Ancora sulla MMM dal manifesto

Roma, movimento a sorpresa
A pochi giorni dalla vittoria di Alemanno,
in decine di migliaia sfilano per la Million marijuana march. E urlano:
«Questa è una città sicura»
Angelo Mastrandrea
Andrea Tornago
Roma

Non se lo aspettava nessuno, nemmeno gli
organizzatori. Che a meno di una settimana dalla consegna delle chiavi
del Campidoglio alla destra più di cinquantamila giovani e giovanissimi
comparissero in piazza così, come sbucati dal nulla, per rivendicare la
propria alterità e una propria idea di città opposta a quella della
«tolleranza zero» promessa dal neosindaco di An. «Roma è una città
sicura», seguito a ruota da «Alemanno non è il nostro sindaco», gli
slogan più gettonati tra una canna e l’altra, un sorso di vino o di
birra, il reggae di un sound system e la techno di quello successivo.
Li avesse visti, il sindaco, chissà cosa avrebbe pensato.
Il
pretesto? La «Million marijuana march», tradizionale appuntamento
internazionale che da otto anni fa tappa anche a Roma il primo sabato
di maggio. Quest’anno l’occasione era ghiotta: la vittoria di Alemanno
che manda in allarme centri sociali e case occupate, il padre della
legge liberticida sulle droghe Gianfranco Fini alla presidenza della
Camera e il ritorno dello spauracchio Berlusconi. Eppure di quello che
si andava organizzando si sono accorti in pochissimi: non i mezzi di
informazione, tutti senza eccezione alcuna, non i partiti della
sinistra impegnati a raccogliere i cocci della disfatta elettorale. E
così sotto un sole già semiestivo si sono ritrovati in tantissimi,
molto più che negli anni passati.
Per chi è abituato a seguire i
cortei di «movimento», colpisce che non sfili nemmeno un politico,
nemmeno della sinistra ormai extraparlamentare. Ed è la prima novità.
La seconda è la quasi totale assenza di bandiere di partito, tranne
qualche bandiera rossa e qualcun’altra di Rifondazione. Vanno per la
maggiore, se mai, i simboli dell’anarchia. La terza novità è che si
tratta di una manifestazione profondamente politica e non meramente
antiproibizionista. Alessandro «Mefisto» Buccolieri è uno degli storici
esponenti del movimento romano. «Quella che vedi è la Roma
antifascista, libertaria e democratica. Che esiste anche se ha vinto
Alemanno e se viene oscurata dai media. Vedi quanta gente? È qui perché
è cominciata una nuova fase, quella della resistenza», dice.
Il
leit motiv del corteo è quello della sicurezza, già a partire dallo
striscione di apertura che declina il tema in modo molto diverso dalla
vulgata comune. «Sicuri da morire», c’è scritto, e a portarlo sono gli
amici di Aldo Bianzino, morto misteriosamente in carcere a Perugia dove
era stato portato per qualche piantina di marijuana, nel novembre
scorso.
Come spesso accade per questo tipo di street parade, ad
aggregare è soprattutto il piano estetico-musicale. E così, migliaia di
liceali che sanno a malapena cos’è la legge Fini-Giovanardi sfilano
trascinati dall’aria della festa, per il gusto di contrastare un
divieto che percepiscono semplicemente assurdo. E forse più simile agli
assurdi divieti che subiscono ogni giorno tra i banchi di scuola o in
famiglia piuttosto che nei centri sociali o nei collettivi. È un corteo
politico che non vuol prendere la parola nel politico.
Mentre via
Cavour in tutta la sua lunghezza è ormai stracolma di gente che balla e
cammina dietro i camion i turisti e i passanti si fermano a lato e
sorridono. Alcuni non riescono a credere a tutta quella marijuana e si
affrettano a sfoderare la macchina fotografica. Due turiste olandesi
che incontrano il corteo per caso si sentono a casa e si uniscono
sfilando a piedi scalzi, tra gli applausi della gente. Arrivati
all’incrocio tra via Cavour e i Fori Imperiali, tre giovani mascherati
da Berlusconi, Fini e Giovanardi inscenano un rogo di testi
antiproibizionisti.
Il confronto con il corteo del 25 aprile sorge
spontaneo. «Nuove resistenze» è la frase lanciata dal camion che porta
lo striscione «Resistenza psicoattiva», e sembra un rimprovero alla
festa della Liberazione che appena una settimana fa a Roma, dopo la
vittoria della destra alle politiche e sul filo del ballottaggio al
comune, aveva raccolto meno gente e soprattutto non aveva la stessa
forza. La marijuana tira. Ma non è solo una questione di fumo, e forse
la sinistra extraparlamentare dovrebbe guardare con preoccupazione un
corteo così imponente, spontaneo, «desiderante», che non la riguarda.
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Migliaia alla Million Marijuana March 2008

Sabato 5 Maggio 2008, a pochi giorni dalla
sentenza delle sezioni riunite della cassazione che ribadisce l’essere
reato della coltivazione anche di una sola pianta, si è tenuta a Roma
la VIII edizione della MMM.
Nonostante l’oscurantismo massmediatico e la disattenzione della
Politica decine di migliaia di antiproibizionisti più e meno giovani
sono scesi in strada a chiedere ancora una volta la fine del
proibizionismo, la fine della persecuzione per i consumatori, la
liberazione di una pianta parte del patrimonio botanico di questo
maledetto paese.
di seguito l’articolo su liberazione di Domenica:

A Roma la tappa italiana della Million marijuana march, evento in
contemporanea con altre 237 città
E’ un fiume di antiproibizionisti
il primo corteo nell’era Alemanno

Checchino Antonini
Dedicata ad Aldo Bianzino, l’ebanista poco più che quarantenne arrestato per
qualche pianta di marijuana che aveva seminato nel suo casale in Umbria e
morto il giorno dopo in galera per cause ancora da chiarire. L’ottava volta
in Italia della Million marijuana march scende da piazza della Repubblica
col suo carico di decibel techno e reggae e migliaia di persone, perlopiù
giovani e giovanissimi di diverse città tenuti insieme da tre parole
d’ordine condivise, nello stesso momento, da persone simili in altre 237
città di tutto il mondo: fine delle persecuzioni per i consumatori; diritto
all’uso terapeutico della Cannabis; diritto a coltivare liberamente una
pianta che è parte del patrimonio botanico del pianeta. All’arrivo, qualche
ora dopo, alla Bocca della Verità, i promotori contano di superare le 35mila
presenze dello scorso anno.
E’ dal ’99 che l’idea di Dana Beal, reduce del Vietnam, attivo dal ’66 per
la legalizzazione dell’erba e fondatore di Cures not wars (Cure non guerre)
è diventata un evento planetario nato per contrastare le retate di massa di
consumatori newyorkesi da parte di un «sindaco fascista, Rudolph Giuliani»,
così lo definiva Beal.
E Roma, un sindaco fascista ce l’ha davvero. E questa è la prima
manifestazione dalla sua elezione. Gli accordi per l’occupazione di suolo
pubblico, spiegano gli organizzatori, erano già stati presi. «D’ora in poi,
probabilmente, si dovrà pagare per avere le autorizzazioni dal Campidoglio e
manifestare sarà uno status symbol», spiega Mefisto, il coordinatore
italiano dell’evento, 48 anni, romano, postelegrafonico. Ma anche prima di
Alemanno, tre leggi proibizioniste a vario titolo (Bossi-Fini,
Fini-Giovanardi e Cirielli) hanno incrementato gli arresti di mille al mese.
E dopo una serie di sentenze contrastanti, la Cassazione, a sezioni riunite,
ha appena vietato la coltivazione domestica anche di una sola pianta. E
funzionerà da ulteriore moltiplicatore di galera. Anche per chi adopera
marijuana per curare decine di patologie (epilessia, sclerosi, Hiv,
glaucoma, Parkinson ecc…): «Può sostituire ben più nocivi farmaci da banco
e per questo infastidisce l’industria farmaceutica», spiega Alessandra
Viazzi, 36 anni, presidente di Pic, associazione di "pazienti impazienti".
E’ possibile, ma molto costoso e lungo, importare erba in barattolo
dall’Olanda con un giro vizioso di carte tra medici di base, farmacie
territoriali e ministero. «Se va bene ci mette 3 mesi, ma spesso è così
lenta che scade l’autorizzazione». L’ideale sarebbero i "Cannabis social
club", per la coltivazione diretta e la vendita ai soci maggiorenni senza
scopo di lucro, come avviene in Belgio, Svizzera, Spagna.
Chi invece il proibizionismo lo ringrazia sono i trafficanti di eroina,
tornata in auge con la Fini-Giovanardi, e quelli di coca, mai così popolare.
«I pischelli che fanno business preferiscono rischiare con sostanze più
redditizie dell’erba», va avanti Mefisto mentre tre maschere di Fini,
Giovanardi e Berlsuconi bruciano libri sulla cannabis all’incrocio tra i
Fori Imperiali e via Cavour. Ogni riferimento al fascismo è puramente
voluto. La parola più diffusa sui da-tse-bao che spiccano dai camion è
resistenza, sebbene nella sua accezione psicoattiva. Altri striscioni
salutano Albert Hofmann, scienziato, scopritore dell’Lsd, morto a 102 anni
quattro giorni fa.
E’ l’abuso di proibizionismo ad uccidere, non le sostanze. Per questo la
dedica a Bianzino (l’anno prima fu per Federico Aldrovandi, e prima ancora
per Giuseppe Ales), per far marciare una narrazione alternativa a quella
sicuritaria e autoritaria dominante: sicuri sì, ma da morire. Prossimo
appuntamento il 31 maggio per CanaPisa nella città toscana dove il sindaco
Pd appena eletto vuole sgomberare il centro sociale Rebeldia e le 24
associazioni che ospita per fare posto a un parcheggio di bus dal sinistro
nome: Cpt. La tradizionale street parade di Bologna, invece, non si farà. Lì
c’è da tempo, un Alemanno di "sinistra".

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I rave party secondo il Corsera

Dopo intimidazioni e sgomberi nei confronti di feste più o meno illegali che servono ebvidentemente a far capire quale sia la nuova aria che tira nel paese  anche il potente Corsera manda segretamente i suoi inviati a scoprire cosa si cela dietro i  rave illegali.

Eccone la fantasiosa cronaca con finale splatter:

Dentro un rave illegale, dall’sms alle anfetamine. Ecco cosa accade

I raver appartengono ad un villaggio tribale: ci siamo infiltrati dentro i sentieri nella notte

 

COMO – A poco più di un mese dalla morte di Nunzio Lo Castro, il diciannovenne di Castellanza che ha perso la vita al rave party di Segrate,
ci siamo infiltrati in un rave illegale organizzato all’ultimo momento
tra Alzate Brianza e Cantù, mentre è ancora viva la polemica politica
sulla opportunità di vietare, o quantomeno regolamentare questo genere
di raduni a base di musica techno.

–>

–>GOABASE E SMS – Il tam tam è partito nel pomeriggio grazie ad uno dei siti di riferimento per i «ravernauti» che si chiama Goabase.
Qui si possono trovare tutti i rave party in programma in Italia e nel
resto del mondo, comprese le istruzioni su come arrivare in un
determinato luogo segreto a poche ore prima dell’evento. Ma non ci sono
solo i siti specializzati, l’altro passaparola più diffuso sono gli sms
a catena che si ricevono durante la giornata per gli aggiornamenti. Per
confonderci, abbiamo indossato la felpa con il cappuccio in stile
«Paranoik Park»
e ci siamo introdotti tra alcuni ragazzi diretti al
party segreto. Durante il tragitto in auto, un sms ci ha avvisato che
la località del rave era ad Alzate Brianza in provincia di Como, in un
bosco lontano dalle aree industriali o dai centri abitati.
L’appuntamento è nella notte. Sono le 24 e il buio è quasi totale.
Raggiungiamo a fatica il luogo nascosto del rave che riconosciamo
subito dalla presenza di camper e dalle numerose file di macchine
posteggiate in qualche modo ai bordi del rettilineo principale. Da
lontano si intravede qualche luce psichedelica verde, diluita dalla
fitta presenza di abeti e soprattutto si sentono le percussioni
assordanti della musica techno che ci guidano come fossero lampioni.

LOCATION TOP SECRET – Attraversiamo a piedi 1 km di un campo
incolto cercando di non finire nel fango. Non siamo i soli, tra i
sentieri incontriamo tantissimi ragazzi che si fanno strada con
l’illuminazione del telefonino. Hanno i sacchi a pelo e gli zainetti
per passare la notte, perché il rave finirà il giorno successivo.
Improvvisamente, si apre davanti a noi lo scenario del luogo «top
secret» che è suddiviso naturalmente in due piazzole, con un sentiero
che funge da collegamento. Nelle due aree ci sono due consolle con i dj
all’opera protetti dalle tende da campeggio. A metà del sentiero c’è un
bar di fortuna con tutti gli alcolici in bella vista. Centinaia di
ragazzi con il cappuccio della felpa sopra la nuca ballano a due dita
dalle casse e dai diffusori di techno. Lo faranno per ore senza
staccarsi mai, sotto l’effetto dell’ectasy o della anfetamina che dura
anche 12 ore. Qui, la droga di ogni genere si consuma ritualmente: in
coppia, a gruppi, da soli. Sono le quasi le 3 di notte e qualcuno cerca
di scaldarsi con i due fuochi accesi per affrontare il freddo che è
ancora proibitivo.

IL LORO MANIFESTO – I raver appartengono ad un villaggio tribale e il loro credo è l’abbattimento della legalità, come recita il rave pensiero:
«La nostra dipendenza è la tecnologia. La nostra religione è la musica.
La nostra moneta è la conoscenza. La nostra politica è nessuna. La
nostra società è un’utopia che sappiamo non sarà mai. Potete odiarci.
Potete ignorarci. In questi spazi improvvisati, noi cerchiamo di
liberarci dal peso dell’incertezza di un futuro che voi non siete stati
capaci di stabilizzare e assicurarci. Noi cerchiamo di abbandonare le
nostre inibizioni, e liberarci dalle manette e dalle restrizioni che
avete messo in noi per la pace del vostro pensiero. Noi cerchiamo di
riscrivere il programma che avete cercato di indottrinarci sin dal
primo momento che siamo nati…».
Alle 4 il cielo era stellato, molti di loro erano stesi per terra.

Ambra Craighiero

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Droghe: dibattito Tv, poliziotto aggredisce esponente Radicale

Droghe: dibattito Tv, poliziotto aggredisce esponente Radicale

(Agenzia Radicale, 16 aprile
2008) Michele Bortoluzzi, 40 anni, membro della Giunta Nazionale di
Radicali Italiani e Segretario dell’Associazione Radicale Veneta Loris
Fortuna, è uscito dagli studi di Canale Italia la notte passata alle
2,30 in barella, trasportato al nosocomio di Padova per un sospetto
trauma cranico procurato da una testata sferrata da un ospite del
dibattito condotto dal giornalista Gianluca Versace. L’aggressore,
invitato in qualità "di poliziotto, membro di scorte, e responsabile di
una sigla del Sindacato di Polizia" ha inveito contro i Radicali, quali
"Partito della marijuana, dei drogati". All’obiezione del Segretario
dell’Associazione Fortuna, nel dibattito acceso, il poliziotto ha
reagito con una testata sull’arcata sopracciliare a Michele Bortoluzzi.
Bortoluzzi,
ghandianamente, ha alzato la fronte insanguinata ed ha continuato a
parlare, pur in evidente stato di difficoltà, fino all’arrivo
dell’ambulanza che lo ha trasportato all’ospedale, dove è stato dimesso
dopo alcuni controlli. L’episodio va stigmatizzato: Bortoluzzi, nel suo
intervento iniziale alla trasmissione, aveva infatti pregato tutti di
cercare di trovare le comuni ragioni sul sostegno al Governo Italiano
incaricato dai cittadini, al di là del voto dato a destra o sinistra,
pregando tutti di mantenere il dibattito su un piano costruttivo.
L’aggressione continua ai Radicali, le invettive "partito dei drogati,
avete rovinato l’Italia", e il clima che si è creato in studio hanno
portato all’accensione di un dibattito al quale ovviamente il dirigente
radicale ha cercato di mettere un freno, spiegando le ragioni di 50
anni di storia radicale.
Queste ragioni, evidentemente, non sono
gradite ad una parte che si sente oggi molto sicura di poter applicare
la legalità in una forma nuova, con meno inibizioni, senza limiti,
aggredendo e minacciando il più debole. In merito all’increscioso
episodio, la Segretaria di Radicali Italiani, Rita Bernardini, si è
detta preoccupata per questo segnale di intolleranza verso chi la pensa
in modo diverso dai forcaioli, punizionisti e proibizionisti e
preannuncia una manifestazione per la mattina del 24 aprile a Roma, in
Piazza Cavour, quando si riuniranno le Sezioni Unite della Cassazione
per pronunciarsi in modo univoco sulla punibilità o meno della
coltivazione domestica di marijuana.

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Verso Canapisa 2008

LEGGE FINI…NUNTEREGGAE PIU’
  2 giorni antiproibizionisti

giovedl 24 aprile 2008 CONFERENZA  al Rebeldia in via C. Battisti, 51 Pisa

Peggio le droghe o il proibizionismo?
Discussione sull’attualit` dei servizi per la tossicodipendenza (Ser.T.), in
teoria e in pratica, e gli effetti della legge Fini-Giovanardi su di essi e
sul
contesto sociale.
Una riflessione sul futuro ruolo del movimento antiproibizionista nella
definizione e nella realizzazione di una nuova cultura sulle  sostanze.

Ne parliamo con N. Santalucia (tossicologo), M. Pini (psicologo), R. Piz
(psicologo)

Promuove: OSSERVATORIO ANTIPROIBIZIONISTA
                   CANAPISA CREW

sabato 26 aprile 2008 CRITICAL MASS ANTIPRO ore 17 meeting point REBELDIA
FESTA BENEFIT per Canapisa al Rebeldia ore 23

In movimento verso  Canapisa –  sabato 31 maggio 2008  STREET PARADE
www.osservatorioantipro.org

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L’incredibile scoperta: si fuma cannabis ‘per rilassarsi e per il piacere che provoca’

 

 

L’incredibile scoperta: si fuma cannabis ‘per rilassarsi e per il piacere che provoca’

 


La cannabis viene consumata per rilassarsi e per il piacere che
provoca, l’ecstasy viene consumato per divertimento e curiosita’, la
cocaina, oltreche’ per curiosita’, anche per aumentare le proprie
performance (il 10% degli intervistati ha affermato di aver consumato
cocaina sul lavoro). Sono dati preliminari della ricerca nazionale
‘Pcs: Percezione del rischio, comportamenti protettivi, significati
attribuiti da parte del consumatore di cocaina’, finanziata dal
ministero degli Affari sociali, coordinata dall’Osservatorio
epidemiologico sulle dipendenze patologiche, dell’Ausl di Bologna, e
diretta da Raimondo Maria Pavarin. La ricerca, che sara’
presentata domani nel corso del convegno: ‘Tra percezione del rischio e
ricerca del piacere: i significati attribuiti all’uso delle sostanze.’,
all’ospedale Maggiore di Bologna, si focalizza sull’approccio alle
droghe da parte della popolazione tra i 15 e i 55 anni, che frequenta
locali pubblici, feste private, scuole medie superiori, universita’,
servizi pubblici e privati, analizzando in particolare la percezione
dei rischi e dei benefici da parte di chi consuma droghe e lo scopo per
cui le droghe vengono consumate. Le variabili prese in considerazione
sono relative a reddito, eta’, sesso, professione. Dalla ricerca, che
ha interessato finora 1.873 persone residenti in Emilia-Romagna, e che
verra’ allargata ad altre 20.000 circa, sparse in tutta Italia, emerge
un quadro che conferma solo in parte una serie di luoghi comuni in
materia: per esempio, anche questa ricerca conferma che molti
cominciano dalla cannabis per poi provare altre droghe, piu’ pesanti,
ma al tempo stesso emerge che l’80% di quelli che provano cocaina
smettono molto presto. Per quanto riguarda le motivazioni, lo studio ne
evidenzia 16, tra le principali: la ricerca del piacere, del benessere,
la curiosita’, lo svago, lo stare insieme agli altri, l’evasione dalla
realta’. Anche l’analisi della relazione tra reddito e scelta di
sostanze conferma qualche giudizio consolidato: i piu’ ricchi (al di
sopra dei 1.100 euro al mese) preferiscono la cocaina, i meno ricchi
(tra i 400 e i 500 euro) si ‘accontentano’ dell’ecstasy. Il 20% degli
uomini e il 10% delle donne spende piu’ del 10% del suo reddito in
cocaina, mentre, per quanto riguarda i rischi, il 40% ha guidato sotto
l’effetto dell’alcol, il 20% ha guidato dopo aver assunto alcol e
droga.   

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Kriminal hertz@strike: ridare dignità alla cultura tekno

Dopo la morte del ragazzo durante il rave di segrate la stampa ha messo di nuovo
la cultura rave sotto accusa.


Sta a noi salvaguardare il nostro divertimento ed i nostri spazi liberati.

Purtroppo, la scena tekno negli ultimi anni è cresciuta nei numeri
ma si è sistematicamente svuotata di messaggi positivi,
input indispensabili a creare il piacere di un’esperienza collettiva di
riappropriazione del tempo, che appare ormai ingabbiato in un sistema
che ci rende tutt@ precari.
Per sopravvivere serve più consapevolezza, informazione, e non repressione o leggi AntiRAVE.
Per ridare dignità alla cultura tekno bisogna ritrovare il rispetto per gli spazi e per la musica.
Per divertirsi ad una festa bisogna avere cura di se stessi e delle persone che ti ballano vicino!!

19 aprile 2008 kriminalhertz@strike presentazione del primo disco autoprodotto da kmh 

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Una bella giornata

breve comunicato post semina:


Nonostante una giornata non proprio assolata e un clima non del tutto
favorevole, si è tenuta la festa della semina 2008 al Forte Prenestino di
Roma.

Una giornata all’insegna della condivisione.
Condivisione di saperi, di fiori e piante e delle tecniche per farli venire
su forti e rigogliosi.
Una giornata divertente, ma anche una giornata di lotta antiproibizionista
nel modo che più ci piace:
quello cioè dell’antiproibizionismo realizzato, dello scambio non
commerciale, del consumo senza ansie di repressione e di acquisizione.
Una giornata di giochi e di seminari, di cibi e di musica, di gioia e relax
tesa a ribadire ancora una volta che…

GIUSTO O SBAGLIATO NON PUO’ ESSERE REATO!

dedicata a Aldo Bianzino, ad Alberto, a Giuseppe e a tutte le vittime da
proibizionismo.

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I garanti dei detenuti: leggi sulla droga riempiono le carceri

07-04-2008, ore 18:45:03
 
Italia. I garanti dei detenuti: leggi sulla droga riempiono le carceri
 

 
Il coordinamento nazionale dei garanti dei diritti delle persone
limitate nella liberta’ ha chiesto da Bologna maggiore impegno al mondo
politico italiano in tema di carceri. Tra le rivendicazioni, quella di
modificare in modo sensibile il codice penale per non riempire le
prigioni di detenuti colpevoli di reati sociali e la speranza che non
si interrompa l’iter legislativo per la creazione del garante
nazionale, figura presente in quasi tutti i paesi europei.
‘Meta’ delle persone che entrano in carcere ha a che fare con la legge contro le droghe – ha spiegato Franco Corleone, garante dei detenuti di Firenze – una percentuale che aumenta ancora di piu’ se si considerano anche gli immigrati regolari’.
Cambiare le pene per questi reati, secondo i garanti, e’ una
necessita’: ‘Serve un nuovo codice penale che preveda misure rapide,
efficaci e credibili per sanare le ferite sociali, come nel modello
spagnolo’, la richiesta di Corleone.
Con lui si e’ schierata anche la collega bolognese Desi Bruno:
‘Il sovraffollamento delle carceri e’ un tema devastante per i
detenuti, gli operatori e la polizia penitenziaria stessa che, a
Bologna, e’ sotto organico di 200 unita”. E i detenuti sono 1.056
anziche’ i 483 della capienza massima prevista, scrive Il Sole 24 Ore
di oggi, spiegando che La Dozza di Bologna e’ prima in Italia per
affollamento (219%), davanti a Milano San Vittore e a Firenze
Sollicciano.
Dunque, la richiesta dei garanti e’ di ‘rivedere le leggi in materia di
droghe, immigrazione e recidiva’. Anche perche’, come ha spiegato il
capo della segreteria del sottosegretario alla giustizia Stefano
Anastasia, la polemica sull’indulto e’ pretestuosa: ‘Non diamogli
responsabilita’ che non ha: in un anno e mezzo sono rientrati in
carcere 7.460 detenuti dei 27.314 scarcerati, mentre sono 92.000 gli
incarcerati totali nello stesso periodo’. Nella Finanziaria 2008, il
Governo aveva stanziato circa sette milioni per la creazione del
garante nazionale dei detenuti e di una commissione di cinque elementi
che tutelasse gli abitanti delle carceri italiane. Ma, dopo
l’approvazione alla Camera, il progetto si e’ arenato in Senato: ‘Ci
sarebbe una corsia privilegiata, ma visti i provvedimenti mancati,
questo e’ stato l’anno del disincanto’, e’ l’accusa di Corleone.
Secondo Mauro Palma, presidente del comitato europeo per la prevenzione
della tortura e delle pene, le ‘inadempienze italiane sono scioccanti’:
l’Italia, infatti, non ha mai ratificato il protocollo firmato del 2003
che prevedeva l’istituzione di un’autorita’ di controllo entro un anno.
Anzi, ‘nel 2004 c’era una lista di provvedimenti che non sono mai stati
legiferati e l’attuazione del regolamento penitenziario europeo e’ in
gran parte evaso’.

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Regione Marche da’ via libera a rimborso farmaci a base di cannabis

03-04-2008, ore 13:47:19
 
Italia. Regione Marche da’ via libera a rimborso farmaci a base di cannabis
 
La
Regione Marche apre alla cannabis per uso terapeutico. La giunta ha
autorizzato i servizi di farmacia delle Aziende ospedaliere, dell’Inrca
e delle Asur a garantire l’erogazione dei cannabinoidi a carico del
Servizio sanitario regionale.

Attualmente non sono disponibili in Italia formulazioni commerciali
registrate, basate su principi attivi e su derivati di sintesi dei
cannabinoidi. Questi farmaci sono reperibili solo in alcuni Paesi
europei e Nordamericani, in Israele e in Sudafrica.

Il ministero della Salute ha inserito lo scorso anno alcuni derivati
naturali o di sintesi dei cannabinoidi nella nuova classificazione
delle sostanze stupefacenti e psicotrope. Questo fa sì che alle
farmacie ospedaliere sia consentita l’importazione di tali medicinali
purchè abbiano acquisito la prescrizione medica, l’assunzione di
responsabilità del medico e l’autorizzazione all’importazione concessa
dall’Ufficio centrale stupefacenti del Ministero della Salute.

L’uso di questi farmaci è indicato nella spasticità secondaria a
malattie neurologiche, nella nausea e nel vomito non sufficientemente
controllati indotti da chemioterapia o radioterapia, nel dolore cronico
neuropatico.

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