20 ottobre: chiarezza negli intenti

 

riscontriamo qualche confusione sulla definizione della manifestazione del 20 ottobre, a cui non aderiamo collettivamente, da parte di million marijuana march. questo che segue è il comunicato con cui si chiede la partecipazione allla manifestazione come se fosse un corteo contro la legge antirave.

In realtà il corteo stesso è indirizzato alla richiesta di rispetto del programma elettorale da parte del governo ed è convocato dai giornali "il manifesto" e "liberazione" e da varie altre figure di riferimento della sinistra come Pietro Ingrao.

da parte nostra, nonostante le distanze che ci separano dalla stessa, invitiamo a parteciparvi, ma con  chiarezza negli intenti

 

* pRiMa kE Si BrUcIno PeRfIno Le vIgNe *

— MaNiFeStAzIoNe KoNtRo La
pRoPoStA dI LeGgE aNtI RaVe —

h 14.30 pIaZzA DeLLa
RePuBbLiCa

Aderiamo all’appello firmato da Forum Droghe, Ass. Antigone,
Ass. San 
Benedetto, Coordinamento operatori servizi bassa soglia del
Piemonte… 
eccetera, che pone tra i vari punti della manifestazione del 20 

Ottobre la questione della richiesta di applicazione anche di quella 

parte del programma elettorale dell’Unione che prevede la 
cancellazione
della legge Fini / Giovanardi. Aderiamo con entusiasmo 
riconoscendoci in
tutti i punti dell’appello, anche se solo pochi 
giorni prima, scusandoci
del ritardo, ma per noi adesione significa 
partecipazione e fino all’ultimo
non eravamo ancora sicuri di poter 
organizzare un Camion Sound per lo
spezzone antiproibizionista. 
Sabato saremo in piazza per nulla preoccupati
dalla presenza di 
ministri alla manifestazione ma moltissimo preoccupati
dal 
comportamento di tutti gli altri ministri che non ci saranno e che 

avrebbero fortemente voluto che la manifestazione non si facesse. Non 

saremo in piazza per complimentarci con il governo per il lavoro fin 

qui svolto ma per esigere l’applicazione del programma nella parte 
che
da consumatori di sostanze ci riguarda quotidianamente, costretti 

dall’isteria proibizionista a esistenze semiclandestine e talmente 

precarie che a volte uscendo di casa non sappiamo se potremo farvi 

ritorno o se cadremo in una maglia della legge 49 del 2006. L’aria 
che
respiriamo è satura di “sindrome da proibizionismo” che provoca 

innumerevoli arresti e il sequestro di centinaia di migliaia di 
piante
di cannabis settimanalmente (http://droghe.aduc.it/php/

prezzoquot.php), l’attuale governo non solo applica la legge 49/2006 

disattendendo l’impegno programmatico pre-elettorale, ma punta 

all’inasprimento progressivo della stessa con dichiarazioni della 

ministra della salute che non paga di decenni di disastri delle 

politiche proibizioniste, scavalcando a destra la destra, propone i 
NAS
nelle scuole e si esalta facendo sua la proposta del sindaco 
Moratti di
inviare alle “famiglie” kit per gli esami antidroga. Certa 
stampa allineata
e il servizio pubblico hanno sciacallato sulla 
tragedia di un sedicenne
morto a scuola a causa del crack inventando 
il primo morto per cannabinoidi
nella storia dell’umanità. Perfino 
dopo il risultato dell’autopsia alcuni
hanno continuato a seminare 
menzogne spacciando la versione che la morte
sarebbe dovuta a “uno 
spinello nel quale, si teme, sia stata inserita una
sostanza 
altamente tossica.”, ignorando che, scusate il tecnicismo, il
crack 
non si può fumare in uno spinello dove non brucerebbe e si usano 

apposite pipette inserite in bottiglie, tanto che nel gergo degli 

adepti l’atto è denominato “sbottigliata”. L’attuale riforma del 
codice
della strada prevede il ritiro della patente se sorpresi alla 
guida si
risulta positivi al test antidroga o all’alcol, fissando per 
quest’ultimo
dei parametri talmente bassi che basta aver bevuto un 
Campari o una birra
per superarli, senza tenere conto inoltre che se 
l’assunzione di cocaina e
oppiacei è riscontrabile nelle 72 ore 
successive, i cannabinoidi nelle
urine rimangono per circa 40 giorni, 
determinando l’assurda situazione per
cui ci si può vedere ritirare 
la patente per una “canna” fumata settimane
prima. La storia del 
proibizionismo ci ha insegnato che nella clandestinità
aumentano i 
rischi per la salute e che senza nessuna possibilità di
controllo 
qualitativo diminuisce la possibilità della consapevolezza di ciò
che 
si assume e qualsiasi azione di riduzione del danno risulta monca. 

Per questo motivo suscita molta preoccupazione la proposta “anti 
rave”
n. 1729 del deputato Adenti (udeur) che prevede l’arresto fino 
a sei mesi e
una ammenda da 100.000 a 200.000 euro per gli 
organizzatori e da 50.000 a
100.000 euro per i partecipanti, 
addirittura se il luogo dove si svolge la
festa è privato. Tale 
delirante proposta è momentaneamente bloccata in
commissione dove è 
stata diverse volte discussa dato il contrasto con
l’articolo 17 
della Costituzione e il parere sostanzialmente negativo
della 
relatrice Cinzia Dato dell’Ulivo, che però ritiene opportuno un 

intervento legislativo in materia, tanto che nell’ultima seduta 

tenutasi l’11 luglio ha dato mandato al deputato Adenti di formulare 

una nuova proposta che tenesse conto delle formulazioni dedotte dalla 

commissione. Tenuto conto che della stessa commissione fa parte il 

solito Giovanardi e le ampie convergenze “bipartisan” che la proposta 

suscita, visto il clima di progressiva riduzione del diritto di 

cittadinanza, sebbene ci battiamo da anni all’interno di un movimento 

mondiale che rivendica il diritto all’autocoltivazione del proprio 

consumo, la fine delle persecuzioni penali e amministrative dei 

consumatori e il diritto all’uso terapeutico della Cannabis, 
riteniamo
sia di vitale importanza scendere in piazza per chiedere 
almeno il rispetto
del programma prima di svegliarsi un giorno in un 
paese dove si bruciano
perfino le vigne. Sabato 20 Ottobre saremo in 
piazza e dato che siamo in
periodo di raccolto invitiamo i 
coltivatori e le coltivatrici a portare in
piazza in clima di 
condivisione il frutto della nostra disobbedienza
civile, dando luogo 
a una festa del raccolto itinerante. Il proibizionismo
è la tassa 
posta da governi collusi e conniventi con le narcomafie a cui 

affidano il monopolio della produzione, importazione e smercio delle 

sostanze illegali sulla pelle di milioni di consumatori e
consumatrici.

MILLION MARIJUANA MARCH (Italia) www.millionmarijuanamarch.info

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