Maria pia: un anno dopo

Un anno fa!

Da Fuoriluogo.it, di Maria Pia Scarciglia – 30 maggio 2007

Ad un anno dal blitz dei carabinieri nei locali dello storico centro sociale   Livello 57, è doveroso per chi scrive, fare alcune riflessioni su quelli che sono stati gli effetti dell'elefantiaca operazione del 25 maggio 2006  che portò all'arresto di due persone.
 
Non è semplice, da parte dello scrivente, ricordare quel doloroso giorno e tutto ciò che ne derivò per me e  per la mia famiglia ma, raccontare aiuta a mantenere viva la memoria e, forse, a comprendere il vero significato di quella operazione  che impegnò oltre 100 uomini in una perquisizione massiccia di entrambe le sedi del Livello 57.
 
I risultati dell'operazione, finalizzata alla ricerca di sostanze stupefacenti, sono sotto gli occhi di tutti, perché, ad un anno di distanza, il centro sociale è ancora sotto sequestro preventivo senza possibilità di accesso nemmeno per chi, in quel posto, ha lasciato i propri effetti personali, nonostante le legittime e ripetute richieste dei difensori.
 
Dopo la chiusura del Livello 57, la cronaca bolognese ha continuato a raccontarci, in modo assordante, del degrado della città e della zona universitaria, del malcontento dei residenti di piazza Verdi e degli studenti oberati dal caro-affitti (…in nero) e dell'assenza delle istituzioni e della politica.
 
Ed è di “Diritti” che in questa città si deve ricominciare a parlare, di tutela dei diritti civili e sociali e, se la legalità, per qualcuno,  non è che un dispiegamento di forze dell'ordine e la chiusura di spazi di aggregazione giovanile, va ricordato a questo qualcuno,  che solo attraverso il riconoscimento di “Diritti” si costruisce una società democratica e civile.
La dimensione dei diritti, a Bologna, appare fragilissima, perennemente insidiata  da repressioni e restrizioni sotto forma di ordinanze proibizioniste tese a cancellare o limitare la libertà di espressione e di movimento.
 

La mia vicenda personale e quella dei miei compagni ci insegna che, così come  ieri, anche oggi, vi sono tentativi continui di considerare le libertà riconosciute come <eccessive>, limitandole in nome di interessi economici, di ordine e sicurezza pubblica.  
Oggi, grazie all'onestà intellettuale di un procuratore, ho potuto lasciarmi alle spalle quel triste periodo e tornare ad occuparmi, come un anno fa, di politiche giovanili e riduzione del danno.

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BUFFONI!!

 
Italia. Bologna. Cani antidroga e 120 carabinieri in 19 scuole: trovato un grammo di hashish
 

I carabinieri di Bologna hanno controllato nelle scorse settimane 19 istituti scolastici superiori e in una scuola media del capoluogo emiliano per verificare l'utilizzo di droghe tra gli studenti o la presenza di spacciatori all'esterno delle strutture scolastiche.
I servizi svolti da 120 carabinieri, con l'utilizzo anche di cani antidroga Flex e Mustafat (un pastore tedesco e un labrador), si sono concentrati in particolare negli orari di inizio e termine delle lezioni. Durante i controlli sono stati recuperati un grammo di hashish gettato da qualcuno in un cestino dei rifiuti in un liceo scientifico. Uno spinello già confezionato e una bustina con altri 7 grammi dello stesso stupefacente sono invece stati trovati all'esterno di un istituto professionale.
"Una valida collaborazione -fa sapere il Comando provinciale dei Carabinieri- è giunta dalle direzioni e dal corpo docente degli istituti interessati che hanno permesso di controllare bagni, corridoi, spogliatoi e palestre, cortili interni ed esterni, laboratori e quant'altro. Alcuni studenti hanno pure permesso ai militari di controllare i loro zainetti".

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Comunicato studenti medi antipro’

Il 14 aprile siamo scesi numerosi in piazza a roma come studenti, convinti
che il proibizionismo viva una delle sue tante contraddizioni proprio nelle nostre
scuole dove i ragazzi iniziano a consumare sostanze nella più totale disinformazione,
allarmati dal clima di caccia alle streghe che le dichiarazioni di amato(test antidoping
fuori dai licei) preannunciava.
A meno di due mesi di distananza assistiamo a una degenerazione del dibatito pubblico:
alle dichiarazioni di Amato hanno risposto Chiamparino prima e la Turco poi, dall'anti-
doping siamo passati ai NAS e l'effetto delle dichiarazioni pubbliche non si è fatto
attendere: perquisizioni e arresti.
Allarmati da una crescente militarizzazione delle scuole, che qualcuno vorrebbe
trasformare in caserme, continuiamo ad opporci giorno per giorno alla follia del
proibizionismo e a questo governo che lo sostiene e lo rivendica.
Riteniamo strumentale e pericoloso il dibbatito pubblico che in questi mesi sta coinvolgendo
i mass media, strumentale perchè è inserito in una più ampia campagna di crimanalizzazione
dei giovani che non può che passare per la persecuzione dei consumatori vista la diffusione
dell'uso di sostanze tra i ragazzi, pericoloso perchè il proibizionismo, oltre che alimentare
narcomafie e guerre che ogni giorno continuano ad uccidere decine di persone, si nutre della
disinformazione  che proprio questa campagna mediatica sta alimentando e che aggrava fortemente
il rischio derivante dalla assunzione di sostanze.
Convinti della necessità di svincolre il consumo di sostanze dal narcotraffico,unico
vero beneficiario del proibizionismo, abbiamo deciso di volantinare e distribuire semi di marjuana
fuori del liceo mamiani mercoledi 6 giugno al termine delle lezioni promuovendo l'autoproduzione
come alternativa reale al proibizionismo.
 
studenti antiproibizionisti
0incondotta
rete dell'autoformazione
mdma-roma
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Marcello Baraghini di Stampa Alternativa

"Lo sapevano tutti, anche i mediamente informati, e pure loro facevano finta di niente, ma è solo recente la notizia che il ragazzo di 15 anni morto a Paderno Dugnano, stava fumando del crack e nei suoi polmoni non c'è traccia di cannabis.
Dobbiamo ringraziare solo la scienza, quella delle semplici analisi chimiche se un barlume è venuto a galla. Sì: perché invece molti medici, che dovrebbero essere uomini di scienza, si sono affannati tra interviste a giornali e trasmissioni televisive, per assicurare che uno spinello con il 30% di principio attivo, il THC, può uccidere!

Ecco le prime due bugie: neanche la marijuana più potente del mondo arriva a questa percentuale di THC. Seconda bugia: non si muore, non è mai morto nessuno di cannabis.
Eppure la notizia ci ha perseguitato, fatto incazzare o ridere per giorni e giorni, complici troppi giornalisti a caccia di scoop e tristemente lontani da inchieste serie, alla vecchia maniera, per rivendicare una sia pur minima corretta informazione. La corretta informazione, in questo caso, vuol dire innanzitutto spiegare le differenze tra tutte le droghe che continuano a circolare a ogni angolo di strada.

(…)

E la sinistra? Il fantasma di Livia Turco propone cani e sbirri dei Nas nelle scuole; lo stesso Gianfranco Fini, ­ fautore della sciagurata legge ancora in vigore sulle droghe, ­ non avrebbe osato tanto.
Preso atto delle inettitudini di tutte le forze politiche in materia di droghe, sorgono alcune domande importanti: come facciamo a educare le nuove generazioni se le vecchie, quelle che dovrebbero insegnare, fanno finta di niente? Che messaggio inviamo, se mandiamo in onda una Pubblicità Progresso che testualmente dice ai giovani che “bere alcol è una scelta personale, guidare dopo aver bevuto un danno sociale” e poi altri spot che mostrano quanto sei giovane, bello e fico solo se bevi birra, rum, martini ecc.?
E perché la scelta di libertà individuale è valida per l'alcol e non per la cannabis che, stando alle più recenti tabelle pubblicate su Lancet, ­ una delle riviste scientifiche più accreditate del pianeta ­, è meno dannosa di tabacco, alcolici e psicofarmaci?
Eppure i nostri medici e giornalisti dovrebbero saperlo, quanto costa al sistema sanitario nazionale  ogni anno curare i malanni causati dall’etilismo. Per non parlare dei morti. Ma l’alcol è legale grazie al suo enorme fatturato per il Monopolio di Stato.
 
Perché allora non estendere questa libertà personale, come recita la Pubblicità Progresso, alla cannabis, in un Paese come l'Italia?Anche perchè, statistiche alla mano, in Europa i Paesi con minor consumo di stupefacenti, sono quelli che hanno attuato da anni una politica della riduzione del danno antiproibizionista, in testa l'Olanda?
Il nostro pensiero è questo, da almeno trentacinque anni, da quando è nata Stampa Alternativa. Un pensiero controcorrente, che trova le sue radici in testi scientifici come Cannabis uso e abuso di Giancarlo Arnao, Erba medica a cura dell'Act (Associazione Terapeutica Cannabis), La marjuana fa bene Fini fa male di Guido Blumir e che ancora pensa, ricerca e realizza controinformazione seria, vera, per impedire al vecchio, ma soprattutto al nuovo regime proibizionista, sciagure e lutti come quello del giovane, disinformato, consumatore di crack".

Marcello Baraghini

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Questo Governo e’ ostile alla riduzione del danno!

Droga/tabacco. Prendere atto che questo Governo e' ostile alla riduzione del danno
 
Pietro Yates Moretti (ADUC)
 

  E' ormai il caso di dire che l'attuale Governo rischia di passare alla storia come il piu' proibizionista degli ultimi due decenni. Ecco le proposte in materia di droga che il Governo ha fatto o accolto con interesse:
1. Arbitraria sospensione patente per 10 giorni per chi e' sospettato di guidare sotto l'effetto di alcool in attesa di esami piu' scientifici;
2. Proibizione della vendita di bevande alcoliche negli autogrill;
3. Proibizione della pubblicita' di bevande alcoliche;
4. Cani antidroga e carabinieri nelle scuole superiori;
5. Proibizione della vendita di sigarette agli under 18;
6. Lavori forzati per i consumatori di droga, compreso chi si fa uno spinello.
Di queste proposte, alcune sono gia' legge, altre sono al vaglio del Parlamento, altre ancora sono allo stato embrionale, ventilate piu' che altro dal ministro della Salute. Tutti provvedimenti che, gia' adottati e sperimentati altrove (in particolare negli Usa), sono dimostrabilmente inefficaci, come spiegano numerosi studi scientifici. Infatti, invitiamo il Governo ed i suoi sostenitori a citare un singolo articolo scientifico pubblicato su riviste scientifiche serie (peer-reviewed) a sostegno dell'efficacia di questi provvedimenti. Tutto questo nonostante l'attuale compagine governativa si fosse presentata alle elezioni con un programma elettorale improntato alla riduzione del danno e non alla repressione.
Per coloro che sostengono politiche di riduzione del danno e' tempo di prendere atto di cio' che e' in gioco oggi. Il proibizionismo e' la fonte di una delle maggiori catastrofi sanitarie e di ordine pubblico che da tempo affligge il Paese. Esso alimenta le organizzazioni criminali, spinge a delinquere i tossicodipendenti, abbandonandoli a sostanze non controllate vendute in ogni angolo di strada, riempie le carceri di persone che necessitano semmai di assistenza sanitaria, disinforma sulla reale pericolosita' delle sostanze. Se provvedimenti come questi fossero stati proposti dal Governo precedente, vi sarebbe stata una sollevazione di popolo al grido di "fascisti". Forse e' il caso di cominciare a convincersi che questo Governo e' capace di fare cio' a cui neanche il suo predecessore aveva il coraggio di pensare.

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a Roma c’è l’aria bbona… (da Repubblica)

Presentato lo studio comparato, compiuto anche su Taranto e Algeri
Nella capitale la massima concentrazione di droghe c'è nell'area della Sapienza

Allarme da una ricerca del Cnr
"Nell'aria di Roma c'è cocaina"

ROMA – Nell'atmosfera di Roma c'è della cocaina in sospensione: non si tratta dell'ennesima leggenda metropolitana, ma di un serissimo allarme lanciato dal Consiglio nazionale delle ricerche. Ad appestare l'aria della capitale non ci sono dunque solo i gas elle auto e delle industrie, ma anche le droghe. Lo rivela uno studio condotto proprio dal Cnr, presentato oggi. Il primo di questo tipo realizzato al mondo, almeno relativamente all'atmosfera: perché varie rilevazioni sui fiumi, o sulle banconote, compiute nella grandi città del mondo occidentale, hanno già dato risultati analoghi.

La ricerca si inquadra in una valutazione più ampia dei composti tossici presenti nelle polveri sottili che inquinano l'amosfera ed è stata condotta in due aree urbane italiane, Roma e Taranto, e ad Algeri. I risultati hanno evidenziato, oltre alla presenza di cocaina e di sostanze tossiche conosciute come il benzopirene (un idrocarburo cancerogeno presente nel fumo di sigaretta e negli scarichi degli autoveicoli), quella di cannabinolo (il principale componente attivo della marijuana), hashish e altre droghe, anche se meno dannose, come nicotina e caffeina.

Le concentrazioni più elevate di cocaina sono state riscontrate al centro di Roma, in particolare nell'area dell'università La Sapienza. Su questo, però, gli autori dello studio invitano alla prudenza: "A causa del limitato numero di misure eseguite – spiega il ricercatore responsabile, Angelo Cecinato – non si può dire con certezza che il quartiere universitario sia quello più inquinato da cocaina. Né possiamo affermare tout court che vi siano più diffusi il consumo e lo smercio di droghe: le cause di questa concentrazione sono tutte da indagare".

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Da quanto emerge dalla ricerca, comunque, tracce di varie sostanze stupefacenti, cocaina e cannabinolo, sono state osservate anche in aree extraurbane e nei parchi cittadini, dove sembrano più alte che nelle strade di traffico. La cocaina appare in concentrazioni molto più basse nella città di Taranto, mentre risulta assente ad Algeri. Al contrario, nicotina e caffeina risultano presenti in tutte le aree studiate, "dimostrando l'estrema diffusione del consumo di queste sostanze e la loro permanenza nell'area", spiega ancora Cecinato.

L'analisi dell'evoluzione stagionale della cocaina in aria indica infine che le concentrazioni massime (a Roma, circa 0,1 nanogrammi per metro cubo) si raggiungono nei mesi invernali. "Probabilmente – conclude Cecinato – per la più frequente e intensa stabilità atmosferica, ossia a causa dell'inversione termica al suolo che 'blocca' le emissioni inquinanti negli stadi più bassi dell'atmosfera, impedendone la dispersione".

Ma i responsabili del Cnr, dopo aver illustrato i contenuti della ricerca, invitano anche a non provocare inutili preoccupazioni: secondo il direttore dell'Istituto inquinamento atmosferico, Ivo Allegrini, lo studio deve essere "motivo di riflessione", piuttosto che di "allarme". Anche perché "è presumibile che risultati simili a quelli riscontrati a roma si trovino anche in qualunque altra metropoli. Quanto all'atmosfera di Roma, si conferma che la città negli ultimi anni ha visto un sostanziale miglioramento della qualità dell'aria, come dimostrato anche dai nostri rilevamenti".

(31 maggio 2007)

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Ti tolgono la patente…e anche la bici!!

Denunciato operaio in bici per possesso di hascisc

Fermato dai Carabinieri di oriago (VE). Mezzo grammo la sostanza sequestrata.

(ANSA) – VENEZIA, 26 MAG – I Carabinieri della Stazione di Oriago (Venezia) hanno intercettato e denunciato in stato di liberta' per detenzione di sostanza stupefacente un operaio di 23 anni, M.P., trovato, mentre pedalava a bordo della sua bicicletta, in possesso grammi di poco piu' di mezzo grammo di hascisc.

In una successiva perquisizione nella sua abitazione, i militari hanno rinvenuto altri undici grammi della stessa sostanza. Negli ultimi mesi, spiega una nota, i militari di Oriago hanno denunciato molti giovani per detenzione ai fini di spaccio di droga e per guida sotto l'effetto di stupefacenti.

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Ancora guardie…e Repubblica ci sguazza

Studente-pusher arrestato a scuola


Spacciava hashish durante l´intervallo, denunciato dai professori. E' successo all'istituto Don Orione, alla Camilluccia. Il ragazzo, 17 anni, è stato sorpreso in flagrante dai carabinieri
di Valeria Abate

Cercava di piazzare la droga nei momenti di pausa tra la fine di una lezione e l´inizio della successiva fra i compagni di classe, ma il giro più proficuo avveniva durante la ricreazione. Aveva 10 dosi di hashish in tasca già confezionate A. T., uno studente di 17 anni dell´istituto di Formazione Professionale Don Orione di via della Camilluccia, in zona Monte Mario, quando è stato colto in fragrante dai carabinieri mentre spacciava all´interno della scuola. Da tempo gli insegnanti lamentavano la presenza di droga tra le mura scolastiche, che circolava sotto gli occhi di tutti.

Si trattava evidentemente di più che semplici sospetti, se gli studenti non avevano alcuna difficoltà a trovare la "roba" assentandosi per qualche minuto dall´aula, tanto più se il piccolo spacciatore frequentava la stessa scuola. E´ bastato dunque un breve periodo di indagini per portare i militari sulle tracce del minorenne e osservare le sue mosse. Entrato alla seconda ora, il ragazzo è stato visto accostarsi a due suoi coetanei al parcheggio, vicino l´ingresso principale. In quel momento sono intervenuti i carabinieri, sorprendendo i due giovanissimi acquirenti con una bustina in una mano e 10 euro nell´altra pronti per pagare il conto.

Non è nuovo l´istituto Don Orione a questi fatti: già nel 2003 era stato arrestato un altro minorenne trovato in possesso di 20 grammi di hashish suddivisi in 50 dosi, e all´inizio dell´anno scolastico del 2004 un giovane colombiano aveva sfoggiato l´ultima novità nel giro dello spaccio: il diciannovenne, anch´egli studente del Don Orione, imbeveva di cocaina le pagine dei libri scolastici e vendeva poi i testi ai compagni di scuola. In quel caso il giovane era stato sorpreso su segnalazione di una mamma di uno studente. Per il caso di oggi, invece, si deve invece ringraziare l´attenzione degli insegnanti. Il giovane, con una difficile situazione familiare alle spalle e con precedenti per reati di violenza, è stato arrestato e condotto in un centro di prima accoglienza in attesa del processo.

(30 maggio 2007)
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Italia. Nas a scuola: lo Stato di Diritto e’ incompatibile con quello di Polizia (ADUC)

28-05-2007, ore 15:03:58
 
Italia. Nas a scuola: lo Stato di Diritto e' incompatibile con quello di Polizia
 
Pietro Yates Moretti
 
 La proposta del ministro della Salute, Livia Turco, di inviare i Nas nelle scuole per controlli antidroga non e' un'idea nuova. E' infatti una politica ideata da Ronald Reagan e attuata con vigore dall'attuale Amministrazione Bush. Controlli con cani antidroga degli armadietti, degli zaini, delle classi; test antidroga obbligatori; guardie armate assunte dalle scuole per reprimere il fumo di sigarette e di spinelli; metaldetector all'entrata in classe. In questo modo, i genitori potranno stare tranquilli: niente droga o armi a scuola.
Questo e' il messaggio che il ministro della Salute, insieme a quello dell'Istruzione, vogliono mandare alle famiglie italiane. Ed e' un messaggio certamente apprezzabile per chiunque sia terrorizzato dall'idea di un figlio che si fa una canna a scuola. Ma qual e' il prezzo da pagare?
Prima di tutto, questo tipo di controlli viola alcuni principi essenziali dello Stato di Diritto e della nostra democrazia. Un sacrificio non da poco che possiamo anche decidere di fare in casi eccezionali (ad esempio, in stato di guerra), ma almeno si rifletta bene su cio' che significa. In uno Stato di Diritto, la perquisizione e' autorizzata da un magistrato su base individuale e sulla base di indizi concreti presentati dalle autorita' inquirenti. E' impensabile che sia autorizzata, ad esempio, la perquisizione di un intero quartiere o di un intero paese per assicurarsi che nessuno stia violando la legge, a meno che non vi siano motivazioni gravissime di ordine pubblico (ad esempio, se sappiamo che in quel quartiere o paese vi e' un ordigno nucleare che sta per spazzare via migliaia di vite). Quando la perquisizione, che e' una violazione straordinaria della liberta' individuale, viene impiegata diffusamente e preventivamente, essa rischia di trasformarsi in uno strumento di repressione collettiva, dove tutti diventano sospettati di qualcosa. Davvero siamo di fronte ad una emergenza tale da autorizzare perquisizioni preventive collettive? E se si', perche' non perquisire allora anche le case di tutti gli studenti, dove probabilmente nascondono gli spinelli? Perche' non perquisire anche fuori dalla scuola tutti coloro che sono in eta' scolastica? Se infatti si vuole prevenire il consumo di spinelli, che avviene sicuramente quasi al 100% fuori dalle scuole, perche' non fare test antidroga ai tutti i ragazzi fra i 10 ed i 18 anni?
A pensarci bene, se e' emergenza uno spinello a scuola, ve ne sono altre che appaiono molto piu' preoccupanti (forse ci sbagliamo). La cronaca riporta spesso episodi in cui un genitore uccide i figli. Perche' allora non perquisire e fare perizie psichiatriche su tutti i genitori di famiglia? Perche' non fermare e perquisire tutti gli albanesi o tutti i rumeni, che cosi' spesso appaiono coinvolti in atti criminali? Perche' non perquisire infatti tutti gli italiani, nei luoghi di lavoro, nei loro centri di svago, nelle loro case? Sicuramente troveremo in questo modo decine di migliaia di criminali, qualche terrorista, tre o quattro milioni di consumatori di cannabis, decine di milioni di evasori fiscali.
La risposta ci pare scontata: uno Stato di Diritto non puo' coesistere con uno Stato di Polizia. La cultura del "tutti sospetti" e' cio' che caratterizza i regimi assolutisti, in cui il controllo del comportamento della collettivita' e' preventivo, e non frutto di indagini mirate, individuali e controllate dalla magistratura.
Ma anche ove fossimo disponibili a sacrificare parte delle nostre liberta' civili, le perquisizioni collettive sarebbero utili a far diminuire il consumo di cannabis fra i giovani?
L'esperienza americana ci dimostra che non e' cosi'. Prima di tutto, perche' il consumo di cannabis avviene nella stragrande maggioranza dei casi fuori dalla scuola. Fumare a scuola puo' essere un gesto machista, di bravado, di alcuni studenti "ribelli", ma la gran parte dei giovani fumano altrove. L'orario scolastico e' di cinque ore al giorno, ed i giovani hanno a disposizione altre 19 ore in una giornata per fumare marijuana (a casa di amici, in discoteca, etc.). I controlli dei Nas nelle scuole potrebbero scoraggiare alcuni degli studenti piu' "ribelli" a non portare cannabis a scuola, ma questo non servira' a diminuire in alcun modo il consumo fra i giovani.
Lo dimostrano diversi studi americani, dove la proposta del ministro Turco e' da anni una realta'. Secondo uno studio dell'Universita' del Michigan, ad esempio, non vi e' differenza fra i livelli di consumo di droghe in quelle scuole dove avvengono regolarmente controlli e le altre. Questo studio di quattro anni, pubblicato sulla rivista scientifica Journal of School Health, conclude: "I test antidroga degli studenti non sono un deterrente al consumo… I ricercatori hanno rilevato livelli di consumo di droghe praticamente identici nelle scuole che fanno controlli antidroga e quelle che non lo fanno".
Infine, si rischia di danneggiare un giovane molto di piu' della sostanza che ingerisce. Il consumo di cannabis non e' infatti legato ad una diminuzione del rendimento scolastico, e certamente essa non impedisce agli studenti di crescere e realizzarsi. Basti pensare che anche i leader di molti Paesi, incluso gli ultimi due presidenti Usa, hanno ammesso di aver fumato spinelli a scuola. Pensiamo ora a cosa accadra' ad uno studente che viene sorpreso a scuola con della cannabis. Se ha una quantita' di sostanza attiva (impossibile da misurare senza una analisi chimica approfondita) superiore allo 0,5 grammi, egli sara' arrestato per detenzione ai fini di spaccio e rischiera' una condanna da 1 a 6 anni o anche da 6 a 20 anni. Se persone come Bill Clinton e George Bush, ma anche numerosi scrittori, accademici, etc., fossero stati trovati dalla polizia con cannabis a scuola durante la loro gioventu', con la legge attualmente in vigore in Italia sarebbero oggi ignoti ex-galeotti, segnati da una esperienza carceraria e post-carceraria che difficilmente potrebbero superare. Da genitore, preferirei senza ombra di dubbio i danni provocati dalla marijuana da quelli certi del carcere. Specialmente perche' l'enorme rischio che pone il carcere alla salute mentale e fisica di mio figlio, nonche' al suo futuro, non serve in alcun modo a diminuire le chance che fumi cannabis a scuola e altrove.
Ma alla fine, cio' che non voglio e' che mio figlio sia sospettato solo per il fatto di essere un adolescente che va a scuola. Prima di rinunciare alla inviolabilita' della sua persona e della sua privacy, pretendo da uno Stato di Diritto che ci siano forniti elementi concreti che giustifichino questa straordinaria intrusione. Questo vale per mio figlio, ma anche per tutti coloro che sono intercettati telefonicamente senza giustificato motivo, magari perche' di una certa etnia o religione. Il percorso tracciato dal ministro Turco ci porta in una direzione dalla quale difficilmente potremo uscire: la cultura del sospetto collettivo quale principale mezzo per ripristinare la legalita'. Come gia' accade da decenni sul versante della guerra alla droga, sara' il mezzo che prevarra' sul fine, allontanandolo sempre piu'. Alcuni ragazzi finiranno in gattabuia insieme alle loro aspirazioni, altri saranno segnalati e dovranno fare test antidroga per mesi ed anni. Tutti gli altri continueranno a fare quello che hanno sempre fatto. Lo faranno sempre piu' di nascosto, adottando tutte le misure precauzionali per non essere beccati da genitori o carabinieri. E cosi' si allontana sempre di piu' la possibilita' di informarli senza pregiudizi, di essergli vicini, di poterli aiutare quando sono pronti ad essere aiutati. Noi i controllori, loro i controllati. Un rapporto che spingera' sempre piu' il consumo di droghe nel luogo dove esso diviene veramente letale: la clandestinita'.
P.S. Mentre scrivo, e' giunta la notizia che il quindicenne deceduto a scuola dopo aver fumato uno spinello, in realta' aveva fumato crack cocaine, una delle tante sostanze sintetiche prodotte dal mercato illegale realmente letale. Insomma, niente pistola fumante per coloro che in questi giorni ed ore sostengono l'ipotesi dello "spinello killer". Forse e' il caso di cominciare a spiegare ai nostri figli non solo che le droghe fanno male -dal caffe' all'alcool, dal tabacco alla cocaina-, ma anche quali sono i rischi di ciascuna droga. Forse, se avessimo insegnato a quel ragazzo la differenza fra crack cocaine e cannabis, egli oggi sarebbe ancora vivo.
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Livia Turco l’antiproibizionista… e i cani(da ADUC)

Italia. Turco: ispezioni Nas non sono irruzioni con cani. 9 italiani su 10 favorevoli
 
 Le possibili ispezioni dei Nas nelle scuole non sarebbero "irruzioni" da parte dei carabinieri: ma il "lavoro di un corpo specializzato, prezioso, che con scrupolo, competenza e discrezione potrà essere utilizzato in collaborazione con i presidi" di cui non si intende mettere in discussione l'autorità. Il ministro della Salute, Livia Turco, torna a parlare della sua proposta di disporre ispezioni dei Nas all'interno delle scuole per contrastare la diffusione delle droghe.

Questa mattina, intervenendo al programma Radio Tre Mondo, in onda su Radiotre, il ministro definisce la sua proposta "una forma di collaborazione con le autorità scolastiche, perchè è essenziale creare delle alleanze per risolvere la dilagante diffusione delle sostanze stupefacenti fra i giovani".

"Noi abbiamo lavorato fin dall'inizio del mandato a questo problema, istituendo anche una consulta di esperti, e sempre seguendo la cultura politica del centrosinistra, cioè prevenire, non incarcerare, non punire. Nel corso dell'anno abbiamo costruito un programma di azioni per la prevenzione, come 'Guadagnare in salute', e stiamo lavorando con il ministro dell'Istruzione Giuseppe Fioroni sul progetto di inserire l'educazione alla salute nelle scuole, rendendola un'attività curriculare. Abbiamo inoltre avviato una ricognizione sullo stato dei servizi pubblici come i Sert e le comunità. Tutto questo però pare non fare notizia".

"All'interno di questo lavoro è importante che il ministro guardi anche i dati: non solo si stanno diffondendo fra i giovani più tipi droghe, ma anche quelle più leggere raggiungono i ragazzi alterate, tagliate male, e dunque molto più pericolose. A partire da questo dato, e non solo in relazione ai recenti fatti di cronaca, mi è parso doveroso offrire alla scuola pubblica, dove i ragazzi passano più tempo, il 'sistema sanitario' nel suo insieme. Quindi medici di base, operatori delle dipendenze, specialisti, e questo corpo che apprezzo moltissimo che sono i Nas. Sono nuclei che lavorano in maniera specializzata e spesso vengono acclamati dai cittadini".
Il ministro spiega inoltre di essere rimasta stupita dal clamore suscitato dalla sua proposta: "Non me l'aspettavo e sono preoccupata, perchè penso che il tema meriti non uno slogan, ma che si entri nel merito. E mi colpisce che non si sappia che quando parlo di ispezioni Nas non intendo irruzioni con cani. Ma dove siamo? Le alzate di scudi non servono a nulla, e i ragazzi vanno tutelati, non incarcerati. Con il lavoro dei Nas anche in condizioni normali, e non solo nelle emergenze, si possono creare ambienti sicuri per i nostri figli".

Proprio davanti a questa sempre maggiore diffusione del fenomento droga tra i giovani, secondo il ministro "è doveroso offrire alla scuola pubblica, che è il luogho dove i ragazzi si formano e dove dovrebbero essere di più tutelati, il sistema sanitario nel suo insieme". "Siamo di fronte all'innegabile aumento della diffusione delle droghe e dunque al fallimento totale di una legge", la Fini-Giovanardi, "che aveva detto 'pugno di ferro contro tutte le sostanze', ponendo limiti oltre i quali scatta la presunzione di spaccio. Tutto questo dimostra che l'impianto proibizionista non funziona. Nella riforma della legge ci dovrà essere anche la quotidianità, per creare sicurezza, prevenzione e presa in carico".

La proposta del ministro Turco di inviare ispezioni dei Nas nelle scuole italiane, per ridurre il consumo di droga, ha diviso il mondo politico, ma sembra trovare d'accordo gli italiani, stando a un sondaggio di "Donna moderna". Dal sondaggio emerge che ben il 92% degli intervistati (su un campione di circa 200 lettori che hanno risposto via sms) sono d'accordo con la proposta del ministro di mandare i Nas a controllare le scuole. Vale anche per i giovani: il medesimo quesito e' stato posto alle persone di eta' inferiore ai 25 anni attraverso il sito www.donnamoderna.com, ottenendo l'83% di risposte favorevoli.

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