Marcello Baraghini di Stampa Alternativa

"Lo sapevano tutti, anche i mediamente informati, e pure loro facevano finta di niente, ma è solo recente la notizia che il ragazzo di 15 anni morto a Paderno Dugnano, stava fumando del crack e nei suoi polmoni non c'è traccia di cannabis.
Dobbiamo ringraziare solo la scienza, quella delle semplici analisi chimiche se un barlume è venuto a galla. Sì: perché invece molti medici, che dovrebbero essere uomini di scienza, si sono affannati tra interviste a giornali e trasmissioni televisive, per assicurare che uno spinello con il 30% di principio attivo, il THC, può uccidere!

Ecco le prime due bugie: neanche la marijuana più potente del mondo arriva a questa percentuale di THC. Seconda bugia: non si muore, non è mai morto nessuno di cannabis.
Eppure la notizia ci ha perseguitato, fatto incazzare o ridere per giorni e giorni, complici troppi giornalisti a caccia di scoop e tristemente lontani da inchieste serie, alla vecchia maniera, per rivendicare una sia pur minima corretta informazione. La corretta informazione, in questo caso, vuol dire innanzitutto spiegare le differenze tra tutte le droghe che continuano a circolare a ogni angolo di strada.

(…)

E la sinistra? Il fantasma di Livia Turco propone cani e sbirri dei Nas nelle scuole; lo stesso Gianfranco Fini, ­ fautore della sciagurata legge ancora in vigore sulle droghe, ­ non avrebbe osato tanto.
Preso atto delle inettitudini di tutte le forze politiche in materia di droghe, sorgono alcune domande importanti: come facciamo a educare le nuove generazioni se le vecchie, quelle che dovrebbero insegnare, fanno finta di niente? Che messaggio inviamo, se mandiamo in onda una Pubblicità Progresso che testualmente dice ai giovani che “bere alcol è una scelta personale, guidare dopo aver bevuto un danno sociale” e poi altri spot che mostrano quanto sei giovane, bello e fico solo se bevi birra, rum, martini ecc.?
E perché la scelta di libertà individuale è valida per l'alcol e non per la cannabis che, stando alle più recenti tabelle pubblicate su Lancet, ­ una delle riviste scientifiche più accreditate del pianeta ­, è meno dannosa di tabacco, alcolici e psicofarmaci?
Eppure i nostri medici e giornalisti dovrebbero saperlo, quanto costa al sistema sanitario nazionale  ogni anno curare i malanni causati dall’etilismo. Per non parlare dei morti. Ma l’alcol è legale grazie al suo enorme fatturato per il Monopolio di Stato.
 
Perché allora non estendere questa libertà personale, come recita la Pubblicità Progresso, alla cannabis, in un Paese come l'Italia?Anche perchè, statistiche alla mano, in Europa i Paesi con minor consumo di stupefacenti, sono quelli che hanno attuato da anni una politica della riduzione del danno antiproibizionista, in testa l'Olanda?
Il nostro pensiero è questo, da almeno trentacinque anni, da quando è nata Stampa Alternativa. Un pensiero controcorrente, che trova le sue radici in testi scientifici come Cannabis uso e abuso di Giancarlo Arnao, Erba medica a cura dell'Act (Associazione Terapeutica Cannabis), La marjuana fa bene Fini fa male di Guido Blumir e che ancora pensa, ricerca e realizza controinformazione seria, vera, per impedire al vecchio, ma soprattutto al nuovo regime proibizionista, sciagure e lutti come quello del giovane, disinformato, consumatore di crack".

Marcello Baraghini

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