Maria pia: un anno dopo

Un anno fa!

Da Fuoriluogo.it, di Maria Pia Scarciglia – 30 maggio 2007

Ad un anno dal blitz dei carabinieri nei locali dello storico centro sociale   Livello 57, è doveroso per chi scrive, fare alcune riflessioni su quelli che sono stati gli effetti dell'elefantiaca operazione del 25 maggio 2006  che portò all'arresto di due persone.
 
Non è semplice, da parte dello scrivente, ricordare quel doloroso giorno e tutto ciò che ne derivò per me e  per la mia famiglia ma, raccontare aiuta a mantenere viva la memoria e, forse, a comprendere il vero significato di quella operazione  che impegnò oltre 100 uomini in una perquisizione massiccia di entrambe le sedi del Livello 57.
 
I risultati dell'operazione, finalizzata alla ricerca di sostanze stupefacenti, sono sotto gli occhi di tutti, perché, ad un anno di distanza, il centro sociale è ancora sotto sequestro preventivo senza possibilità di accesso nemmeno per chi, in quel posto, ha lasciato i propri effetti personali, nonostante le legittime e ripetute richieste dei difensori.
 
Dopo la chiusura del Livello 57, la cronaca bolognese ha continuato a raccontarci, in modo assordante, del degrado della città e della zona universitaria, del malcontento dei residenti di piazza Verdi e degli studenti oberati dal caro-affitti (…in nero) e dell'assenza delle istituzioni e della politica.
 
Ed è di “Diritti” che in questa città si deve ricominciare a parlare, di tutela dei diritti civili e sociali e, se la legalità, per qualcuno,  non è che un dispiegamento di forze dell'ordine e la chiusura di spazi di aggregazione giovanile, va ricordato a questo qualcuno,  che solo attraverso il riconoscimento di “Diritti” si costruisce una società democratica e civile.
La dimensione dei diritti, a Bologna, appare fragilissima, perennemente insidiata  da repressioni e restrizioni sotto forma di ordinanze proibizioniste tese a cancellare o limitare la libertà di espressione e di movimento.
 

La mia vicenda personale e quella dei miei compagni ci insegna che, così come  ieri, anche oggi, vi sono tentativi continui di considerare le libertà riconosciute come <eccessive>, limitandole in nome di interessi economici, di ordine e sicurezza pubblica.  
Oggi, grazie all'onestà intellettuale di un procuratore, ho potuto lasciarmi alle spalle quel triste periodo e tornare ad occuparmi, come un anno fa, di politiche giovanili e riduzione del danno.

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