L’Ue smonta il proibizionismo

L’Ue smonta il proibizionismo
Il dossier dell’Osservatorio di Lisbona sulle droghe che sarà presentato oggi a Bruxelles
70
milioni di europei hanno fumato cannabis: Italia al primo posto, la
«tollerante» Olanda in coda. Ma il vero boom è quello della cocaina. E
ora si teme l’eroina in arrivo dall’Afghanistan, dove la produzione è
stata da record
Alberto D’Argenzio
Bruxelles

Settanta milioni di europei hanno consumato
cannabis nella loro vita, oltre 12 milioni hanno sniffato cocaina, 11
milioni ha preferito come eccitanti le amfetamine e 9,5 milioni
l’ecstasy. E una considerazione: le politiche repressive non fanno
diminuire i consumi, anzi li accrescono. I numeri sono quelli del
Rapporto 2007 dell’Osservatorio europeo sulla droga, che verranno
presentati questa mattina al Parlamento europeo. Si tratta di cifre che
indicano chiaramente, anche per quest’anno, come il consumo di droghe
non diminuisca, anzi aumenti. La domanda è trainata dalla cocaina, ma
anche le droghe sintetiche dimostrano di avere di fronte un mercato in
continua crescita mentre si mantiene stabile l’uso di eroina, ma
attenzione: l’anno scorso c’è stato un boom della produzione in
Afghanistan, il che potrebbe portare a ricadute in Europa.
«Aumenta
la quantità e diminuisce l’età», ha riassunto ieri il direttore
dell’Osservatorio Wolfgang Gotz di fronte alla Commissione libertà
civili del Parlamento europeo. Sempre più giovani consumano tanto che,
si legge nel rapporto, circa 4.000 under 15 sono attualmente in
trattamento per droga. Record ben poco positivi che però dimostrano
ancora una volta come le politiche repressive siano state sconfitte dai
fatti. Uno su tutti: nell’Olanda dei coffeeshop il consumo di cannabis
si piazza sotto la media europea. Ed è invece l’Italia della dose
ultraminima a far registrare il maggior numero di fumatori di erba e
hashish. Ci dobbiamo invece accontentare del terzo posto, dietro a
Spagna e Regno unito, per la cocaina. Ma siamo in crescita, come tutta
Europa.
A impressionare i tecnici dell’Osservatorio sono proprio i
dati sulla cocaina. L’analisi targata 2006 indicava in 3,5 milioni gli
europei che ne avevano fatto uso negli ultimi 12 mesi, adesso sono 4,5
milioni. Si arriva a superare i 12 milioni contando chi ha sniffato
almeno una volta nella sua vita, ossia circa il 4% della popolazione
adulta. L’ultimo allarme è che i consumatori sono sempre più giovani:
«L’aumento viene registrato in tutti i paesi soprattutto nella fascia
di età dai 15 ai 34 anni». Ancora peggio va in Spagna e Regno unito,
con una forte crescita dell’uso «già tra i 15 e 24 anni». E subito
dietro si piazzano italiani e danesi, seguiti a ruota dai tedeschi.
Uno
degli elementi che spiega la popolarità della cocaina è nel prezzo, in
costante calo dall’inizio del nuovo millennio. Secondo il Rapporto un
grammo costa tra i 45 e i 120 euro, anche se di media nei 29 paesi
analizzati (i 27 più Norvegia e Turchia) varia tra i 50 e gli 80.
Scende il costo e cala anche la purezza, assicura sempre
l’Osservatorio, con livelli medi che variano tra il 30 e il 60%.
Aumenta il consumo ed esplode il numero di richieste di trattamento:
nel 2005 sono arrivate 48.000 domande, il 13% del totale delle cure per
droghe. E la percentuale cresce al 35% in Olanda e al 42% in Spagna,
dove la cocaina ha ormai superato l’eroina nella classifica dei
trattamenti. La gran parte di chi sceglie di disintossicarsi ha
iniziato a sniffare giovanissimo.
Se il consumo di cocaina è ormai
secondo solo alla cannabis a livello europeo, in alcuni paesi sono le
droghe sintetiche a conquistare la piazza d’onore. Oltretutto si tratta
di prodotti made in Europe: Belgio, Olanda, Polonia, Estonia e Lituania
sfornano amfetamine; Repubblica Ceca, Slovacchia e Moldova
metamfetamine. Il consumo delle droghe sintetiche è impressionante tra
i giovani estoni, britannici, danesi, ungheresi e norvegesi, ma il
record spetta ai cechi con il 14,6% di giovani adulti che si è
impasticcato almeno una volta in vita sua.
L’Italia guida invece,
assieme alla Spagna, la lista europea dei consumatori di cannabis con
l’11,2% degli adulti che ha fumato uno spinello nell’ultimo anno. La
percentuale lievita fino al 29,3% se si considera chi l’ha fatto almeno
una volta nella sua vita. Poi vengono la Repubblica Ceca (che ha però
il record di giovani fumatori: il 28% nell’ultimo anno), il Regno
unito, Francia, Austria e Germania. E quindi l’Olanda, sotto la media,
e che comunque indica una bassa percentuale giovanile. Dati che fanno
dire al rapporto che «non è facile intravedere una relazione diretta o
semplice tra politiche di applicazione della legge e prevalenza
generale del consumo di cannabis». Una brutta frase, buona però per
dire che le leggi repressive non diminuiscono assolutamente il consumo.
Anzi.
 
Il Manifesto 22/11/07 
This entry was posted in Generale. Bookmark the permalink.