Altro che Kit! Bologna 20 giugno 2007

CONVEGNO: ALTRO CHE KIT ! mercoledì 20 giugno ore 16 – Sala Consiglio Quartiere SanVitale-Bologna vicolo Bolognetti 2

I grupppi consiliari dell'Altra Sinistra in Comune
Rifondazione comunista, Verdi e Cantiere

Organizzano il Convegno

ALTRO CHE KIT !
l'ignoranza nelle politiche sulle tossicodipendenze
fa più danno dele le droghe

Mercoledì 20 giugno ore 16
sala del consiglio di quartiere San Vitale
vicolo Bolognetti 2

Relatori:

  • Edo Polidori – Direttore SERT ASL Forlì
  • Grazia Zuffa – Forum Droghe
  • Susanna Ronconi – Redazione rivista sulle droghe "Fuori luogo"
  • Beatrice Bassini – Psicologa del SERT Azienda USL Bologna e componente della Consulta Nazionale sulle Droghe del Ministero delle Politiche sociali
  • Franco Corleone
  • Francesco Piobbichi – Responsabile nazionale dipartimento droghe del PRC
  • Marco Batini – Coordinamento nazionale Nuove Droghe e Coordinamento nazionale Comunirà d'accoglienza
  • Raimondo Pavarin – Direttore Osservatorio Epidemiologico Metropolitano Bologna e componente della Consulta Nazionale sulle Droghe del Ministero delle Politiche sociali
 

Test antidroga: il nuovo business delle corporation farmaceutiche sbarca in Italia!

Da Fuoriluogo.it, di Grazia Zuffa – 6 giugno 2007

Contrari i pediatri americani:sono antieducativi e scarsamente etici. Grazia Zuffa ripercorre l'esperienza americana dei test a scuola.

L’idea di sottoporre gli studenti a esami clinici per scoprire l’eventuale uso di sostanze illecite nasce in America, ed e’ quanto mai istruttivo sapere come stanno andando le cose al di la’ dell’Atlantico. Gia’ alla fine degli anni ’90, l’amministrazione americana cominciava a promuovere i programmi per testare casualmente gli studenti che partecipano al doposcuola e alle attivita’ sportive. Nel 1996, l’Accademia Americana dei Pediatri (AAP) prendeva posizione contro la pratica di sottoporre a test obbligatori i ragazzi.
Con l’avvento di Bush, la campagna per i test decolla definitivamente: nel 2002, lo ONDCP (Office of National Drug Control Policy), l’ufficio antidroga del presidente, pubblica le linee guida per sollecitare le scuole ad adottare i test antidroga per tutti gli studenti. Nel 2006, lo zar antidroga John Walters ottiene uno stanziamento di oltre 9 milioni di dollari per diffondere i test  e inizia un giro di propaganda nel paese. La parola d’ordine dello zar e’: i test antidroga sono l’asso nella manica della prevenzione.

Costosi, inefficaci e contrari all’etica
L’interesse dell’amministrazione americana va di pari passo con la campagna di marketing rivolta dalle case farmaceutiche direttamente alle famiglie. Su internet, si possono acquistare direttamente prodotti per identificare le droghe nelle urine, nella saliva, nei capelli. Il costo dei test e’ elevato, specie per quelli del capello. La Drug Policy Alliance ha  calcolato che il costo medio per studente per il solo esame iniziale e’ di 42 dollari. Il che significa che una scuola media superiore che volesse testare 500 studenti spenderebbe 21.000 dollari: ovviamente i test vanno ripetuti per ricercare l’effetto deterrente, e sono da rifare piu’ e piu’ volte in caso di esito positivo. E’ dunque un grande business, che mette insieme le esigenze di mercato con la retorica della “lotta alla droga”. E spiega l’accanimento con cui l’amministrazione americana persegue il suo obiettivo, nonostante l’assoluta mancanza di evidenze scientifiche.
Nel 2003, il NIDA (National Institute on Drug Abuse) ha finanziato una costosissima ricerca su larga scala nella speranza di dimostrare l’efficacia della politica dei test. Dal 1998 al 2001 sono stati raccolti i dati sui consumi di 76.000 studenti di scuole medie superiori, provenienti sia da scuole con test che senza. I risultati non hanno affatto confermato l’effetto deterrente dei test: le percentuali di studenti che consumano droghe nelle scuole che applicano i test sono sostanzialmente uguali a quelle delle scuole che non li applicano.
L’Accademia Americana dei Pediatri ha di nuovo preso posizione contro questa politica nel marzo del 2007, sottolineando, fra l’altro, gli aspetti eticamente controversi dei test. Infatti, la raccolta delle urine deve seguire precise e complicate procedure di garanzia che le scuole non sono in grado di assicurare. Ma non lo sono neppure i genitori che in ogni caso, per ragioni di etica e di tutela del rapporto educativo, non dovrebbero stare a guardare i figli mentre urinano.
Problemi diversi presentano i test della saliva e del capello, di cui non e’ ancora definitivamente accertata la validita’. Per il capello, sembra che interferisca l’esposizione passiva alle droghe cosi’ come la differenza di sesso e razza puo’ avere un’influenza. Per la saliva e il sudore, l’efficacia nel determinare l’uso corrente varia da droga a droga: e’ buona per gli oppiacei e le metamfetamine, scarsa per i cannabinoidi e le benzodiazepine. Per finire, anche l’interpretazione dei test puo’ essere complessa e certamente non alla portata del personale scolastico ne’ dei genitori.  

Per saperne di piu’: www.drugpolicy.org
Cfr. anche: Oltre la tolleranza zero. Consumi giovanili, droghe, prevenzione, Fuoriluogo quaderno I

This entry was posted in Generale. Bookmark the permalink.