effetti positivi della cannabis per l’Alzheimer

 
Gb. Ricerca israeliana e spagnola sugli effetti positivi della cannabis per l’Alzheimer
 
 Un medicinale a base di cannabis potrebbe migliorare la memoria nei
pazienti con l’Alzheimer. La rivelazione e’ stata fatta da scienziati
israeliani e spagnoli al Royal Pharmaceutical Society, in Gran Bretagna.
"Il composto della cannabis potrebbe significativamente migliorare gli
effetti della perdita della memoria nei malati, ma occorre stare
attenti al THC", hanno dichiarato nel loro intervento i ricercatori.
Dieci anni fa, fu lanciato dalla Royal Pharmaceutical il
protocollo per dimostrare l’efficacia terapeutica della cannabis, da
cui sono partiti i tests clinici del Governo sui benefici della
sostanza per i malati di sclerosi multipla.
Il professor Raphael Mechoulam,
della Hebrew University di Gerusalemme, nelle sue ricerche ha inoltre
scoperto che la cannabis potrebbe essere utile nel combattere i sintomi
del diabete di Tipo 1. "Per questo sono necessarie ulteriori ricerche
sui potenziali benefici di un medicinale, senza THC".
Il professor Tony Moffat,
presidente del simposio, ha dichiarato nel suo intervento che negli
ultimi dieci anni sono stati fatti molti progressi, ma sono necessarie
ulteriori ricerche.
Un medicinale a base di cannabis e’ gia’ disponibile in Canada.
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Rapporto Incb: Europa secondo mercato mondiale di cocaina

 
Mondo. Rapporto Incb: Europa secondo mercato mondiale di cocaina
 
 E’ ai giovani italiani che spetta la maglia nera per il consumo di
cannabis, in crescita di 5 punti percentuali dal 2001 al 2005 (dal 6,2%
all’11,2%). Lo evidenzia il rapporto annuale per il 2007 dell’International narcotics control board (Incb),
che spiega come l’Italia vince la palma del paese maggior consumatore
di cannabinoidi insieme alla Spagna, mentre conquista il terzo posto
(dopo Spagna e Regno Unito) per la cocaina.
L’Europa e’ poi il secondo piu’ importante mercato per la cocaina (il
primo sono gli Usa), con l’Italia al terzo posto per i consumi (2,1%),
dietro solo a Regno Unito e Spagna. Il trend generale per i consumi di
polvere bianca segna, comunque, un aumento, mentre rimane stabile se
non in declino il consumo di eroina nell’Europa centrale e occidentale.
Due sono gli elementi principali che emergono dal rapporto annuale dell’International narcotics control board:
il primo riguarda il crescente traffico di precursori chimici per la
produzione di stupefacenti (eroina in particolare) che transitano
dall’Asia occidentale e dall’Africa, grazie anche alla mancanza di
leggi adeguate in questi paesi. Il secondo e’ la creazione di rotte
sempre piu’ consistenti di traffico che dall’America Latina raggiungono
l’Europa attraverso l’Africa occidentale, un trend gia’ denunciato
l’anno scorso nel rapporto dell’Unodc (Ufficio dell’Onu sulle droghe e
la criminalita’).
La stima di Interpol parla di circa 200-300 tonnellate all’anno che entrano in Europa per questa via.
Un passaggio che lascia il segno: l’abuso di cocaina e’ in fortissimo
aumento tra gli africani, favorito dall’ignoranza della popolazione
riguardo ai problemi legati alla droga. Per l’Africa passa anche molta
eroina, che arriva nel Corno d’Africa per via aerea dall’Asia
sud-orientale per passare poi in Europa.
In aumento anche la coltivazione di cannabis, consumata in loco ma
spesso smerciata sui mercati europei e nordamericani. La cannabis
rimane la droga piu’ consumata in Europa, con Italia e Spagna come
paesi con la maggior percentuale di utilizzo. In Italia questo numero
sta addirittura aumentando (dal 6.2% di giovani e adulti nel 2001
all’11,2% del 2005), mentre in Spagna la cifra e’ stabile.
Aumenta l’uso della cocaina nei paesi dell’ex Urss e nei Balcani. In
totale in Europa (dall’Atlantico alla Russia inclusa) la popolazione
degli eroinomani e’ di 3,3 milioni.
In America Latina, la coltivazione di coca rimane stabile, ma il
crimine organizzato continua a mantenere con la violenza e la
corruzione la propria presa sul territorio. Ma al contrario di quanto
avviene in Africa, dove il traffico e’ questione recente, non si
segnalano particolari situazioni di abuso della sostanza.
Successo, invece, per le politiche di riduzione negli Stati Uniti: e’
stato quasi raggiunto l’obbiettivo di ridurre del 25% in 5 anni l’abuso
di cannabis, anfetamine ed eroina. Preoccupante invece la situazione in
Afghanistan: la coltivazione di papaveri da oppio cresce senza
controllo, mentre il problema si sta riducendo sensibilmente nel Sudest
asiatico.
Sempre in Asia, aumentano i consumi di anfetamine e metanfetamine,
mentre sta cominciando un’attivita’ di penetrazione del mercato da
parte dei trafficanti di cocaina.
Traffico aiutato da basi nei piccoli staterelli insulari del Pacifico, che hanno seri problemi nel controllo delle frontiere.
Australia e Nuova Zelanda invece continuano a segnare i piu’ alti tassi
mondiali di consumo di cannabis e composti anfetaminici. Il rapporto di
Incb fa poi il punto sulla proporzionalita’ dell’azione giudiziaria
contro i crimini legati alla droga.
Nonostante siano stati fatti progressi dal 1996, quando la questione
era stata sollevata l’ultima volta, vi sono ancora molti paesi che
impiegano risorse eccessive per punire i ‘pesci piccoli’ e i
consumatori, rispetto a quanto si fa per i ‘pesci grossi’ che
controllano il traffico. Rispetto ai ‘pesci piccoli’ infatti non c’e’
una comune morale in tutti i paesi, e molti di questi utilizzano
indiscriminatamente il carcere anche per i consumatori. Il risultato e’
che in tali paesi i tossicodipendenti o i semplici consumatori
compongono la maggioranza della popolazione carceraria.
I governi dovrebbero poi avere un’attitudine meno morbida nei confronti
di quelle star pizzicate in situazioni di abuso, dato che i loro stili
di vita fanno da modello per tantissimi giovani.
L’Incb e’ stato istituito nel 1968 come organismo indipendente e
quasi-giuridico per controllare l’implementazione delle convenzioni Onu
sulle droghe.
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campagna contro i posti blocco della GdF agli eventi reggae a Bari.

 

Salve, vorrei segnalarvi la nostra campagna contro i posti blocco della GdF agli eventi reggae a Bari.
Saremmo lieti di una vostra adesione di solidarietà, come gruppo od
organizzazione, o anche come singoli, al nostro appello riportato qui
sotto.
E’ possibile aderire rispondendomi per email, o ancora meglio lasciando
un commento all’appello nel blog, nella pagina delle adesioni
http://lamusicanonsiblocca.wordpress.com/comunicato-e-appello/elenco-adesioni/
Saluti e grazie per l’attenzione.

Mimmo
Coordinamento artisti reggae nella provincia di Bari
http://www.lamusicanonsiblocca.wordpress.com

La musica non si blocca!
Il reggae a Bari contro la criminalizzazione della vita notturna e per la depenalizzazione della cannabis.

Gli operatori e gli artisti legati alla scena musicale del reggae in
puglia, intendono denunciare pubblicamente un singolare fenomeno di
accanimento repressivo nei loro confronti.
La questione è di interesse generale, perchè riguarda un notevole
spreco di energia e di risorse pubbliche che danneggia la vera lotta
alla criminalità ed ai traffici illeciti, preferendo piuttosto
criminalizzare un fenomeno musicale in quanto tale, fermando e
controllando migliaia di suoi semplici utenti, e colpendo decine di
ragazzi colpevoli solo del possesso di piccole quantità di hashish o
marijuana.
Ma veniamo ai fatti. Da circa un anno ormai, la Guardia di Finanza in
terra di Bari impiega uomini e mezzi in quantità nella lotta contro il
reggae. Avete letto bene, non contro la mafia, l’evasione fiscale,
l’alcolismo e le sostanze pericolose in generale ma contro la musica
reggae.
E’ un dato di fatto ormai che sistematicamente, qualsiasi evento
musicale grande o piccolo in provincia di Bari, purchè promozionato
come “reggae”, viene monitorato dalla Guardia di Finanza. A pochi metri
dall’ingresso dei locali vengono allestiti posti di blocco
spropositati, con almeno sei auto e decine di agenti, unità cinofile e
bilancini. Questo vuol dire soldi, straordinari per chi lavora di notte
nei fine settimana, e super utilizzo di mezzi come i cani che poi sono
stanchi per le cose più serie.
Anche per iniziative che richiamano poche centinaia o adirittura decine
di utenti, sono stati disposti spiegamenti di forze degni di raduni di
massa.
Tutto il pubblico viene sistematicamente intercettato e perquisito ogni
volta, anche per più eventi alla settimana, con il semplice risultato
di collezionare verbali di sequestro per due o tre “spinelli” ogni
tanto. Tanta sistematicità ha due effetti principali: scoraggiare
l’utenza a seguire eventi di questo genere musicale, e garantire
l’impunità ai veri spacciatori che sanno benissimo quando e dove
troveranno i controlli.
La scelta delle forze dell’ordine è quella di accanirsi e di impiegare
risorse nella repressione dell’uso delle cosidette “droghe” leggere,
cannabis e derivati, quando invece il vero pericolo per la salute e la
sicurezza è l’abuso di altre sostanze diffusissime: alcol sopratutto,
ma anche tante altre potenti droghe chimiche.
A Bari ci sono funzionari che impiegano il loro tempo a collezionare i
volantini delle feste reggae ed a leggere i forum specializzati su
internet, solo perchè da sempre questa scena musicale si è apertamente
espressa a favore della liberalizzazione delle droghe leggere. Una
rivendicazione condivisa da larghe fascie della società civile e
supportata dai più autorevoli settori della scienza e della cultura
internazionali.
I responsabili dell’ordine pubblico però dovrebbero anche sapere che
questa consapevolezza favorisce un sostanziale disinteresse verso
sostanze davvero pericolose. Tutti i gestori dei locali sanno che
quando ospitano eventi reggae devono fare i conti con uno scarso
rendimento del bar, per un consumo di superalcolici inferiore alla
media. Le risse e gli incidenti, favoriti dall’uso di sostanze
eccitanti, sono più rari che altrove. La cultura della musica reggae è
piuttosto veicolo di messaggi positivi, ecologia, antirazzismo,
solidarietà, impegno sociale e spiritualità.
Non affermiamo questo per criticare altre abitudini e forme d’arte, ma
solo per riaffermare le specificità culturali positive espresse da
questa musica che ora viene attaccata. La criminalizzazione della vita
notturna in quanto tale è sempre sbagliata: non tutela realmente la
salute e la sicurezza, in quanto ostacola la socialità e l’arte,
favorisce l’isolamento degli individui ed i traffici dei veri criminali.
Noi operatori e artisti vogliamo sapere qual’è la volontà politica
dietro queste operazioni della GdF a Bari, chi le decide, qual’è il
vero scopo e quali sono i veri risultati di questo utilizzo mirato di
risorse pubbliche.
Rivendichiamo il diritto della gente a recarsi alle nostre iniziative
senza essere automaticamente trattenuti e umiliati da noiosi ed inutili
controlli. Riaffermiamo il carattere progressivo ed edificante della
nostra cultura, che non merita di essere soffocata da una vera e
propria campagna persecutoria istituzionale.
Auspichiamo la depenalizzazione delle droghe leggere, per un utilizzo
più efficace e meno ideologico delle risorse in materia di ordine
pubblico e salute.

L’assemblea degli artisti reggae in terra di Bari (in ordine alfabetico):

Amlak Dub (sound system)
Barireggae.it (portale web)
Chop Chop (band)
Double Dose (crew)
Dread Movement (crew)
Heavy Hammer (crew)
High Grade Conqueror (sound system)
I&I Project (sound system)
Kings of Kings (crew)
Murgia Youth (crew)
Ragga Meridional (crew)
Rhomanife (band)
Shanty (crew)
Small Axe (crew)
Soundsystem.it (portale web)
South Love Vibration (crew)
Suoni Mudù (band)

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la sinistra l’arcobaleno…e le droghe

Italia. Droghe, temi eticamente sensibili o insensibiiltà della politica? Spazio di discussione
 

Nella "Sinistra l’arcobaleno" si attiva uno spazio pubblico di discussione per riscrivere la grammatica sulle droghe.
Ecco l’appello
 
 Sulle droghe ripartiamo da capo, ripartiamo da sinistra, per
riflettere sui nostri errori e sui nostri limiti, sulle nostre
debolezze e sui nostri punti di forza. Ripartiamo insieme per
comprendere  perché non siamo riusciti a cambiare la legge Fini –
Giovanardi,  e per capire perché,  la cultura di questo paese è
diventata così permeabile alle sirene della zero tolleranza anche su
questo argomento. Molto ed ancora più di prima c’è e ci sarà da fare su
questo terreno, ci sarà bisogno di riparlarsi, di recuperare  il solco
sempre più largo tra la politica ed il sociale, tra operatori e
consumatori e contaminare le nostre riflessioni con altri mondi e
percorsi, come quello della politica delle donne e della non violenza.
Questi percorsi ci parlano di libertà di scelta e consapevolezza, di
autodeterminazione e di liberazione, di laicità e democrazia, di
mediazione sociale e empowement dei territori. Sentiamo l’esigenza di
riscrivere nel processo di costruzione della Sinistra Arcobaleno una
grammatica dei termini e dei significati su questo terreno, sentiamo
l’esigenza collettiva di ridare senso alle nostre pratiche sociali,
sentiamo l’esigenza di definire un pensiero sulle droghe che tenga
conto delle trasformazioni sociali intervenute negli ultimi decenni, e
che apra il confronto  su argomenti come il piacere, l’etica,
l’autonomia della persone, la mission degli operatori sociali. A
differenza di chi vuol congelare i cosidetti temi eticamente sensibili
noi pensiamo che siano insensibili eticamente quelli che evitano questa
discussione in campagna elettorale, convinti come siamo che i diritti
sociali e quelli civili, e con essi le libertà insieme avanzano o
insieme arretrano.
 
Il primo spazio pubblico di discussione si terra’ venerdi 14 marzo a
Roma alle ore 14 presso la sede di Carta in via Scalo San Lorenzo 67.
 
Per aderire invia una mail a  ilsocialealcentro@libero.it
 
Per discuterne:  http://www.sinistrasociale.it/?p=219
 
Hanno finora aderito
Claudio Cippitelli  – Grazia Zuffa – Direttirice Fuoriluogo – 
Francesco Maisto ( Sostituto procuratore Milano) –  Mario German de
Luca,( associazione La tenda) -Stefano Vecchio (direttore del Dip.
Farmacodipendenze) Asl NA1 – CNCA Toscana – Beatrice Bassini (
psicologa Ser.t Bologna) – Punkreas – Simonetta Bruschini ( Cnca
Umbria) – Giorgio Mariotti (operatore di strada, Perugia) –  Fabio
Scaltritti ( Comunità San Benedetto al Porto – Genova ) – Felice di
Lernia – ( Cooperativa oasi 2), –  PIC (Pazienti Impazienti Cannabis) –
Dario Vergassola –  Francesco Piobbichi (responsabile politiche sociali
PRC) –  Paolo La Marca (responsabile italiano della Conferenza Latina
per la Riduzione del Danno) –  Andrea Tesini – (Assistente Sociale
Ser.t  Bologna) – Stefano Carboni – ( Responsabile droghe PRC toscana )
– Jakopo Galmacci – (operatore di strada, Umbertide pg) – Il parto
delle nuvole pesanti – Mefisto (Million Marijuana March  Italia) – Don
Pasta –  Associazione Canapa Life  – Pino Cucci, (Pazienti Impazienti
Cannabis )  – Gianluca Mannucci – operatore delle dipendenze pg –
Ylenia Daniello ( responsabile droghe PRC Roma ) – Sergio Giovagnoli
Arci – Tonino Dangelo – Roberta Fantozzi (segreteria nazionale PRC –
Area diritti sociali immigrazione)  –  Maria Teresa Silvestrini
Consigliera comunale PRC Torino – Luigi Cancrini – responsabile
politiche sociali PDCI –  Giovanni Russo Spena, Capogruppo al Senato
PRC –  Andrea Fornai Associazione Nojerksite –  Federico Tomasello
portavoce Giovani comunisti – Migliore Salvatore ( educatore di strada
–Roma) – One lowe hi pawa – Vittorio Agnoletto (Europarlamentare PRC
–SE ) – Patrizio Gonnella – Biscazulu –  Damiano Stufara (assessore
alle politiche sociali regione Umbria) – Stefano Bertoletti – (
Cooperativa CAT Firenze, area prevenzione) –  Ingo Stockel (Referente
Area Dipendenze: Coop. Parsec) -Damiano Stufara (assessore alle
politiche sociali regione Umbria) – Marco Battini ( Resp. Area Lavoro
Strada,Responsabile Area Lavoro di Strada C.S. Papa Giovanni XXIII) –
Andrea Morniroli – Cantieri Sociali –  Elena de Filippo – Presidente
cooperativa Dedalus – Mau Mau – Danele Farina Deputato PRc – Francesco
Caruso Deputato Prc – Achille Saletti, Saman   – Arpioni – Stauto –
Frida Meozzi operatrice sociale – Leonardo Ragozzino –  Elisabetta
Piccolotti, Portavoce Nazionale Giovani Comunisti/e – Marina
Impallomeni –
 
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Chi controlla il controllore

 

Arrestato un finanziere con 60 chili di
droga

CAGLIARI (7 marzo) – Un militare della Guardia di
Finanza di Cagliari è stato arrestato dagli agenti della Polizia di Stato perchè
trovato in possesso di dieci chilogrammi di cocaina e di 50 chili di hascisc.
L’uomo, Sergio Coppola, di 35 anni, napoletano, era sbarcato alcune ore prima
dalla nave proveniente da Napoli.

Il finanziere era da tempo sospettato
e ieri è scattato per lui un controllo della Polizia. È giunto in Sardegna nel
porto di Olbia e si è diretto con l’auto verso Cagliari. Nei pressi del
capoluogo è stato fermato e in un vano sotto il cofano posteriore è stata
trovata la droga, circa 60 chilogrammi di cocaina e hascisc. L’uomo è stato
rinchiuso in carcere a disposizione dell’autorità giudiziaria.

 

Napoli. Arrestati quattro poliziotti per traffico di
stupefacenti
 
 

Quattro poliziotti in servizio al commissariato di Afragola sono stati
arrestati con l’ accusa di traffico di stupefacenti, peculato e concussione,
nell’ ambito di una inchiesta della Dda di Napoli.
I quattro di 51, 47, 30, e
34 anni, sono indagati per aver consegnato piu’ volte droga ad uno spacciatore
della zona di Caivano (NA), affinche’ questi la rivendesse nel Parco Verde, un
degradato rione considerato una importante piazza di spaccio.
Le indagini,
avviate a seguito di una denuncia dello stesso spacciatore, sono state svolte
con servizi di osservazione e pedinamento che hanno permesso di documentare gli
incontri tra i poliziotti e lo spacciatore e la riscossione, da parte dei
poliziotti, dei soldi incassati dalla vendita della droga.
Nel corso delle
indagini e’ emerso che allo spacciatore veniva consegnata per la vendita la
droga sequestrata in occasione di operazioni di polizia
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coca-boom: nel 2010 un milione di consumatori

 
 
Italia. Milano. Osservatorio dipendenze: nel 2010 un milione di persone consumera’ cocaina
 

 
Nel 2010 il numero di consumatori di cocaina in Italia potrebbe aumentare del 40% rispetto al 2007. E’ la stima di Roberto Mollica,
responsabile dell’Osservatorio dipartimento dipendenze patologiche
della Asl Città di Milano, interventuto al convegno "L’altra faccia
della coca" organizzato dall’Università Cattolica. Secondo la stessa
previsione i consumatori della polvere bianca saranno compresi tra
800mila e 1,1 milioni di persone, pari al 3% della popolazione italiana
tra i 15 e i 54 anni.
Per quanto riguarda l’offerta, negli ultimi anni si sta assistendo alla
pratica di vendita di micro-dosi, con prezzi unitari molto bassi, da
parte di spacciatori che dispongono anche di altre sostanze
stupefacenti come la cannabis. Un’evoluzione legata al fatto che il
consumo incrociato di queste sostanze è diventato la regola. D’altra
parte la cocaina sul mercato tende ad avere una concentrazione di
principio attivo più bassa che in passato, mentre accade il contrario
per la cannabis.
"A Milano -ha detto Mollica a margine del convegno- i consumatori di
cocaina sono cresciuti prima che altrove: nel 2003 il 7-8% della
popolazione compresa tra i 15 e i 54 anni aveva consumato cocaina
almeno una volta negli ultimi dodici mesi". A livello nazionale, ha
però ricordato, il dato più preoccupante è quello del ritorno al
consumo di eroina, tra i giovani: "Ci sono segnali di adolescenti che
si rivolgono ai Sert, in particolare a Roma e nel Lazio, per il consumo
di eroina fumata o sniffata. Un uso spesso associato a quello di altre
sostanze, vissuto come ‘tranquillizzante’ rispetto a quello di cocaina".
"Un identikit rigido del cacainomane -ha aggiunto Gabriella Gilli,
docente di piscologia della personalità all’Università Cattolica- non è
possibile, ma ci sono delle direzioni di personalità e comportamento
che sono associabili al consumo di coca: la difficoltà a accettare le
frustrazioni e le piccole gratificazioni quotidiane associata alla
necessità di rilanciare continuamente su gratificazioni sempre
maggiori, anche se illusorie. Un’altra caratteristica è un tratto di
antisocialità che emerge, per esempio, dagli studi sul profilo di
personalità degli assuntori di cocaina: tratti di dominanza di energia
e ricerca di assertività che sembrano essere maggiori. Questo,
purtroppo, è coerente con un certo tipo di società che richiede alti
livelli di performance".
Per Laura Rancilio, responsabile
dipendenze della Caritas ambrosiana, il cocainomane è quello che tra i
tossicodipendenti impiega più tempo, in media otto anni, per avere la
percezione del danno che lo riguarda: "La cosa più difficile, per
questo, è intercettare i giovani consumatori e offrire loro delle buone
ragioni per ‘non farsi’, che vadano oltre la paura del danno".
Rancilio boccia però l’idea di un kit per la rilevazione dl consumo di
droga da offrire ai genitori, proposta da alcuni esponenti del Comune
di Milano: "Sarebbe complicato, per i genitori, utilizzarlo in modo
efficace. Molto più importante è parlare con i propri figli".

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Mosè sotto l’effetto di droga sul Sinai

 Mosè sotto l’effetto di droga sul Sinai

Quando ricevette i 10 Comandamenti. Lo sostiene uno psicologo israeliano

 

GERUSALEMME – Il profeta Mosè, secondo un ricercatore
israeliano, si trovava sotto l’effetto di droghe quando sul Monte Sinai
Dio gli consegnò i Dieci Comandamenti. Le sostanze attive che provocano
illusioni sensoriali, quali gli allucinogeni, avrebbero avuto un ruolo
importante durante i riti religiosi degli israeliti ai tempi della
Bibbia, ha spiegato il ricercatore Benny Shannon nella rivista di
filosofia «Time and Mind». Nel caso di Mosè, dice il professore di
psicologia cognitiva all’università di Gerusalemme, non si è

Il Mosè di Michelangelo (Ap)

trattato di un «evento sovrannaturale». Ma non è
neppure solo leggenda: «E’ molto più probabile che la vicenda si sia
svolta sotto l’effetto di qualche droga psichedelica», ha detto Shannon
ieri alla radio israeliana. Mosè sarebbe stato alterato anche quando
vide «il cespuglio di spine ardente», dove si manifestò l’angelo di
Jahweh, appunto, sotto la forma di una fiamma di fuoco. Anche in questo
caso all’origine delle «visioni» ci sarebbero stati delle sostanze
narcotizzanti.

EFFETTI PSICOATTIVI – «La Bibba riporta che le persone udivano
dei suoni, e questo è uno dei classici fenomeni col quale si
manifestano certe droghe». Molti culti amazzonici utilizzano a scopi
rituali l’ayahuasca, un intruglio vegetale, che combinato sintetizza la
molecola in questione e provoca degli effetti psicoattivi. La sostanza
è ancora usata frequentemente dagli sciamani o stregoni indigeni in
Amazzonia. «Anch’io ho avuto delle visioni, che avevano significati
religiosi e spirituali», ha detto lo scienziato che afferma di aver
testato il miscuglio. Gli effetti psichedelici sono comparabili con la
sostanza estratta dalla corteccia dell’albero di acacia. E quest’albero
viene menzionato spesso nella Bibbia, dice in conclusione Shannon al
Time and Mind Journal of Philosophy.

REAZIONI – La notizia è stata ripresa anche dal quotidiano
israeliano Haaretz, scatenando una serie di reazioni polemiche. Ma la
più frequente è stata: «Che cosa si è fumato Shannon prima si scrivere
il suo articolo?». Il professore, del resto, avrebbe ammesso che
«chiuque può assumere allucinogeni ma per ricevere le Tavole della
Legge bisogna essere Mosè».

Elmar Burchia

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Vendere semi di cannabis non è reato

Tribunale di Benevento: vendere semi di cannabis non costituisce istigazione alla coltivazione

Da Antiproibizionisti.it, – 30 gennaio 2008

Confermato il buon diritto
dei commercianti di vendere semi ad uso collezionistico, non potendosi
ravvisare a carico dei venditori alcun profilo di responsabilità penale
una volta che la merce sia uscita dalla loro sfera di disponibilità. Da
Antiproibizionisti.it.

Il Giudice monocratico presso
il Tribunale di Benevento, dr. Rosario Baglioni, ha assolto per non
avere commesso il fatto Davide Carbonaro, titolare della HEAD SHOP di
Roma, dall’accusa di concorso morale, tramite istigazione, nella
coltivazione di più piante di cannabis effettuata da quattro minorenni
beneventani giudicati separatamente.

A Carbonaro – difeso
dall’ Avv. Carlo Alberto Zaina di Rimini (consulente legale di
Antiproibizionisti.it) – veniva imputata la circostanza di avere
venduto via Internet due confezioni di semi di cannabis, e con tale
condotta di avere, pertanto, spinto ed istigato gli acquirenti
minorenni, a coltivare la cannabis, tramite la semina dei prodotti
comprati in due piccoli vasi che avevano germogliato producendo due
piantine.

Pur in attesa di conoscere le motivazioni
dell’importante sentenza, che saranno pubblicate tra 30 giorni, si può
ragionevolmente ritenere che il Tribunale abbia accolto la tesi per cui
la vendita dei semi è lecita, atteso che gli stessi sono stati esclusi
dal novero delle sostanze stupefacenti penalmente rilevanti, dalla
Convenzione di New York del 1961, nonchè dalle leggi di ratifica della
stessa datate 1974 e 1992.

Altro profilo di specifica
importanza sollevato dalla difesa è stato quello di porre l’accento sul
recente mutamento giurisprudenziale, in senso favorevole, che ha
ritenuto non punibile la coltivazione domestica finalizzata all’uso
personale, sul presupposto di una differenza sostanziale di tale
comportamento rispetto alla coltivazione agraria, che presuppone una
organizzazione tutt’altro che rudimentale.

Con questa
sentenza viene confermato il buon diritto dei commercianti di vendere
semi ad uso collezionistico, non potendosi ravvisare a carico dei
venditori alcun profilo di responsabilità penale una volta che la merce
sia uscita dalla loro sfera di disponibilità, nell’ipotesi in cui
l’acquirente faccia un uso diverso (e illecito) di quanto acquistato.

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Pesanti limitazioni della libertà personale

 Catania. In possesso di modica quantita’: obbligo di dimora e firma, divieto di guida e obbligo di dormire a casa
 

 La questura di Catania ha emesso un decreto con pesanti limitazioni
della liberta’ personale nei confronti di un giovane di 35 anni,
dipendente di un esercizio commerciale e con precedenti specifici in
materia di stupefacenti, sorpreso da agenti della squadra mobile in
possesso di una modica quantita’ di droga per uso personale, dentro il
negozio e in orario di apertura. Il decreto, il primo emesso dalla
Questura di Catania secondo l’articolo 75 bis della legge
Fini-Giovanardi, e’ stato convalidato dal giudice di pace. Il giovane
per due anni ha l’obbligo di firma in un comando di polizia e l’obbligo
di dimora nel Comune di residenza. Inoltre non potra’ guidare e dovra’
rientrare nella propria abitazione entro una determinata ora, non
uscirne prima di un’ora prefissata e non potra’ frequentare alcuni
locali pubblici.

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Sondaggio Studenti.it: un minore su tre ammette l’uso di droghe

 
22-02-2008, ore 18:17:38
 
Italia. Sondaggio Studenti.it: un minore su tre ammette l’uso di droghe
 
 Il 30% dei giovani ammette di aver fatto uso di droghe ed oltre la metà
di questi ne fanno uso abitualmente: è il dato che emerge da
un’inchiesta on line condotta dal sito internet Studenti.it
a cui hanno risposto oltre 3 mila giovani.  Dall’indagine risulta che
solo il 69% dei ragazzi, in genere con meno di 18-20 anni, dichiara di
non aver mai fatto uso di droghe leggere (in genere hashish e
marijuana), mentre l’11% dice di averne fatto uso, ma ha smesso; l’1%
ha anche ammesso di aver assunto sostanze pesanti (come cocaina, eroina
e crack) ma, anche in questo caso, di essere riuscito ad uscirne.  Dei
giovani che hanno partecipato all’inchiesta, attualmente assumono
droghe il 16%: per il 13% si tratta di sostanze leggere, mentre per un
3% di droghe di tipo pesante.  Nel sito Studenti.it sono riportate
alcune delle risposte più rappresentative della ricerca: "sono un
adolescente normalissimo -spiega Okie- che va bene a scuola, ho un tot
di amici e nessun problema in famiglia. Eppure mi fumo le canne
(neanche le canne, 4 bong al dì) mi prendo circa una volta ogni 4 mesi
in tranquillità e tiravo di coca". "E per esperienza vi dico che le
cose sono troppo montate, io ho fatto tutto il 2005 a tirare di coca e
fumare il crack una volta ogni due settimane, ma non ci sono rimasto
sotto. Basta riuscire a farle con la testa le cose. Comunque è da
gennaio dell’anno scorso che non vedo della cocaina e non mi manca per
niente".  Per i realizzatori dell’inchiesta "i risultati sono in linea
con quanto sottolineato dal rapporto del Viminale secondo il quale le
droghe leggere -hashish e marijuana- sono le sostanze preferite dagli
under 18".  Nel rapporto del ministero dell’Interno, che ha studiato
come sono cambiati i consumi di droga in Italia tra il 1991 ed il 2006,
si era evidenziato come hashish e marijuana siano le sostanze preferite
dagli under 18 e che la tossicodipendenza da eroina sia in netto calo
(si è passati da un 50% nel ’91 ad un 8% nel 2006).  Sempre per il
Viminale, l’uso di cocaina in questi 15 anni è quasi triplicato,
passando da un 5% del 1991 ad un 14% nel 2006. Rimane stabile negli
anni l’utilizzo di anfetamine ed lsd mentre aumenta il consumo di
ecstasy.  Cambierebbe anche la tipologia di chi ne fa uso: non più
emarginati o disoccupati bensì persone istruite, benestanti ed
integrate nel tessuto sociale, che si "affidano" alle droghe per
divertimento e dichiarano di assumerle contemporaneamente ad alcolici:
il 98% dei segnalati alla prefettura sono italiani che hanno avuto un
primo approccio alle droghe tra i 14 ed i 18 anni; vivono ancora in
famiglia e di questi solo l’8% è disoccupato.    

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