Nella "Sinistra l’arcobaleno" si attiva uno spazio pubblico di discussione per riscrivere la grammatica sulle droghe.
Ecco l’appello
Sulle droghe ripartiamo da capo, ripartiamo da sinistra, per
riflettere sui nostri errori e sui nostri limiti, sulle nostre
debolezze e sui nostri punti di forza. Ripartiamo insieme per
comprendere perché non siamo riusciti a cambiare la legge Fini –
Giovanardi, e per capire perché, la cultura di questo paese è
diventata così permeabile alle sirene della zero tolleranza anche su
questo argomento. Molto ed ancora più di prima c’è e ci sarà da fare su
questo terreno, ci sarà bisogno di riparlarsi, di recuperare il solco
sempre più largo tra la politica ed il sociale, tra operatori e
consumatori e contaminare le nostre riflessioni con altri mondi e
percorsi, come quello della politica delle donne e della non violenza.
Questi percorsi ci parlano di libertà di scelta e consapevolezza, di
autodeterminazione e di liberazione, di laicità e democrazia, di
mediazione sociale e empowement dei territori. Sentiamo l’esigenza di
riscrivere nel processo di costruzione della Sinistra Arcobaleno una
grammatica dei termini e dei significati su questo terreno, sentiamo
l’esigenza collettiva di ridare senso alle nostre pratiche sociali,
sentiamo l’esigenza di definire un pensiero sulle droghe che tenga
conto delle trasformazioni sociali intervenute negli ultimi decenni, e
che apra il confronto su argomenti come il piacere, l’etica,
l’autonomia della persone, la mission degli operatori sociali. A
differenza di chi vuol congelare i cosidetti temi eticamente sensibili
noi pensiamo che siano insensibili eticamente quelli che evitano questa
discussione in campagna elettorale, convinti come siamo che i diritti
sociali e quelli civili, e con essi le libertà insieme avanzano o
insieme arretrano.
Il primo spazio pubblico di discussione si terra’ venerdi 14 marzo a
Roma alle ore 14 presso la sede di Carta in via Scalo San Lorenzo 67.
Per aderire invia una mail a
ilsocialealcentro@libero.it
Per discuterne:
http://www.sinistrasociale.it/?p=219
Hanno finora aderito
Claudio Cippitelli – Grazia Zuffa – Direttirice Fuoriluogo –
Francesco Maisto ( Sostituto procuratore Milano) – Mario German de
Luca,( associazione La tenda) -Stefano Vecchio (direttore del Dip.
Farmacodipendenze) Asl NA1 – CNCA Toscana – Beatrice Bassini (
psicologa Ser.t Bologna) – Punkreas – Simonetta Bruschini ( Cnca
Umbria) – Giorgio Mariotti (operatore di strada, Perugia) – Fabio
Scaltritti ( Comunità San Benedetto al Porto – Genova ) – Felice di
Lernia – ( Cooperativa oasi 2), – PIC (Pazienti Impazienti Cannabis) –
Dario Vergassola – Francesco Piobbichi (responsabile politiche sociali
PRC) – Paolo La Marca (responsabile italiano della Conferenza Latina
per la Riduzione del Danno) – Andrea Tesini – (Assistente Sociale
Ser.t Bologna) – Stefano Carboni – ( Responsabile droghe PRC toscana )
– Jakopo Galmacci – (operatore di strada, Umbertide pg) – Il parto
delle nuvole pesanti – Mefisto (Million Marijuana March Italia) – Don
Pasta – Associazione Canapa Life – Pino Cucci, (Pazienti Impazienti
Cannabis ) – Gianluca Mannucci – operatore delle dipendenze pg –
Ylenia Daniello ( responsabile droghe PRC Roma ) – Sergio Giovagnoli
Arci – Tonino Dangelo – Roberta Fantozzi (segreteria nazionale PRC –
Area diritti sociali immigrazione) – Maria Teresa Silvestrini
Consigliera comunale PRC Torino – Luigi Cancrini – responsabile
politiche sociali PDCI – Giovanni Russo Spena, Capogruppo al Senato
PRC – Andrea Fornai Associazione Nojerksite – Federico Tomasello
portavoce Giovani comunisti – Migliore Salvatore ( educatore di strada
–Roma) – One lowe hi pawa – Vittorio Agnoletto (Europarlamentare PRC
–SE ) – Patrizio Gonnella – Biscazulu – Damiano Stufara (assessore
alle politiche sociali regione Umbria) – Stefano Bertoletti – (
Cooperativa CAT Firenze, area prevenzione) – Ingo Stockel (Referente
Area Dipendenze: Coop. Parsec) -Damiano Stufara (assessore alle
politiche sociali regione Umbria) – Marco Battini ( Resp. Area Lavoro
Strada,Responsabile Area Lavoro di Strada C.S. Papa Giovanni XXIII) –
Andrea Morniroli – Cantieri Sociali – Elena de Filippo – Presidente
cooperativa Dedalus – Mau Mau – Danele Farina Deputato PRc – Francesco
Caruso Deputato Prc – Achille Saletti, Saman – Arpioni – Stauto –
Frida Meozzi operatrice sociale – Leonardo Ragozzino – Elisabetta
Piccolotti, Portavoce Nazionale Giovani Comunisti/e – Marina
Impallomeni –
Salve, vorrei segnalarvi la nostra campagna contro i posti blocco della GdF agli eventi reggae a Bari.
Saremmo lieti di una vostra adesione di solidarietà, come gruppo od
organizzazione, o anche come singoli, al nostro appello riportato qui
sotto.
E’ possibile aderire rispondendomi per email, o ancora meglio lasciando
un commento all’appello nel blog, nella pagina delle adesioni
http://lamusicanonsiblocca.wordpress.com/comunicato-e-appello/elenco-adesioni/
Saluti e grazie per l’attenzione.
Mimmo
Coordinamento artisti reggae nella provincia di Bari
http://www.lamusicanonsiblocca.wordpress.com
La musica non si blocca!
Il reggae a Bari contro la criminalizzazione della vita notturna e per la depenalizzazione della cannabis.
Gli operatori e gli artisti legati alla scena musicale del reggae in
puglia, intendono denunciare pubblicamente un singolare fenomeno di
accanimento repressivo nei loro confronti.
La questione è di interesse generale, perchè riguarda un notevole
spreco di energia e di risorse pubbliche che danneggia la vera lotta
alla criminalità ed ai traffici illeciti, preferendo piuttosto
criminalizzare un fenomeno musicale in quanto tale, fermando e
controllando migliaia di suoi semplici utenti, e colpendo decine di
ragazzi colpevoli solo del possesso di piccole quantità di hashish o
marijuana.
Ma veniamo ai fatti. Da circa un anno ormai, la Guardia di Finanza in
terra di Bari impiega uomini e mezzi in quantità nella lotta contro il
reggae. Avete letto bene, non contro la mafia, l’evasione fiscale,
l’alcolismo e le sostanze pericolose in generale ma contro la musica
reggae.
E’ un dato di fatto ormai che sistematicamente, qualsiasi evento
musicale grande o piccolo in provincia di Bari, purchè promozionato
come “reggae”, viene monitorato dalla Guardia di Finanza. A pochi metri
dall’ingresso dei locali vengono allestiti posti di blocco
spropositati, con almeno sei auto e decine di agenti, unità cinofile e
bilancini. Questo vuol dire soldi, straordinari per chi lavora di notte
nei fine settimana, e super utilizzo di mezzi come i cani che poi sono
stanchi per le cose più serie.
Anche per iniziative che richiamano poche centinaia o adirittura decine
di utenti, sono stati disposti spiegamenti di forze degni di raduni di
massa.
Tutto il pubblico viene sistematicamente intercettato e perquisito ogni
volta, anche per più eventi alla settimana, con il semplice risultato
di collezionare verbali di sequestro per due o tre “spinelli” ogni
tanto. Tanta sistematicità ha due effetti principali: scoraggiare
l’utenza a seguire eventi di questo genere musicale, e garantire
l’impunità ai veri spacciatori che sanno benissimo quando e dove
troveranno i controlli.
La scelta delle forze dell’ordine è quella di accanirsi e di impiegare
risorse nella repressione dell’uso delle cosidette “droghe” leggere,
cannabis e derivati, quando invece il vero pericolo per la salute e la
sicurezza è l’abuso di altre sostanze diffusissime: alcol sopratutto,
ma anche tante altre potenti droghe chimiche.
A Bari ci sono funzionari che impiegano il loro tempo a collezionare i
volantini delle feste reggae ed a leggere i forum specializzati su
internet, solo perchè da sempre questa scena musicale si è apertamente
espressa a favore della liberalizzazione delle droghe leggere. Una
rivendicazione condivisa da larghe fascie della società civile e
supportata dai più autorevoli settori della scienza e della cultura
internazionali.
I responsabili dell’ordine pubblico però dovrebbero anche sapere che
questa consapevolezza favorisce un sostanziale disinteresse verso
sostanze davvero pericolose. Tutti i gestori dei locali sanno che
quando ospitano eventi reggae devono fare i conti con uno scarso
rendimento del bar, per un consumo di superalcolici inferiore alla
media. Le risse e gli incidenti, favoriti dall’uso di sostanze
eccitanti, sono più rari che altrove. La cultura della musica reggae è
piuttosto veicolo di messaggi positivi, ecologia, antirazzismo,
solidarietà, impegno sociale e spiritualità.
Non affermiamo questo per criticare altre abitudini e forme d’arte, ma
solo per riaffermare le specificità culturali positive espresse da
questa musica che ora viene attaccata. La criminalizzazione della vita
notturna in quanto tale è sempre sbagliata: non tutela realmente la
salute e la sicurezza, in quanto ostacola la socialità e l’arte,
favorisce l’isolamento degli individui ed i traffici dei veri criminali.
Noi operatori e artisti vogliamo sapere qual’è la volontà politica
dietro queste operazioni della GdF a Bari, chi le decide, qual’è il
vero scopo e quali sono i veri risultati di questo utilizzo mirato di
risorse pubbliche.
Rivendichiamo il diritto della gente a recarsi alle nostre iniziative
senza essere automaticamente trattenuti e umiliati da noiosi ed inutili
controlli. Riaffermiamo il carattere progressivo ed edificante della
nostra cultura, che non merita di essere soffocata da una vera e
propria campagna persecutoria istituzionale.
Auspichiamo la depenalizzazione delle droghe leggere, per un utilizzo
più efficace e meno ideologico delle risorse in materia di ordine
pubblico e salute.
L’assemblea degli artisti reggae in terra di Bari (in ordine alfabetico):
Amlak Dub (sound system)
Barireggae.it (portale web)
Chop Chop (band)
Double Dose (crew)
Dread Movement (crew)
Heavy Hammer (crew)
High Grade Conqueror (sound system)
I&I Project (sound system)
Kings of Kings (crew)
Murgia Youth (crew)
Ragga Meridional (crew)
Rhomanife (band)
Shanty (crew)
Small Axe (crew)
Soundsystem.it (portale web)
South Love Vibration (crew)
Suoni Mudù (band)