al Forte Prenestino dal pranzo al tramonto:
Abbiamo deciso di festeggiare la semina quest’anno dedicando la giornata ai liberi coltivatori d’Italia.
Sono
sempre di più, infatti, coloro che volendosi tenere lontani da
proibizionismo e, soprattutto, dalle narcomafie decidono di
autocoltivarsi la propria pianta e di godere dei frutti della propria
fatica.
Ci chiamano "esercito di coltivatori", come recitava
un allarmato servizio di "repubblica" di pochi mesi fa da cui si
evinceva che, specialmente al sud, è diffusissima la pratica della
produzione in proprio della marijuana.
Ovviamente
i dati sono quelli della polizia e hanno origine dalla stima della
sostanza sequestrata come una parte minima di quella effettivamente
circolante.
Si
pensa così che a fronte di qualche centinaio di coltivatori denunciati
siano, in realtà migliaia quelli in azione così come a fronte di più di
un milione di piante sequestrate solo nel 2007 siano in realtà almeno
un numero 5 volte superiore quelle non intercettate.
Si
stima che siano ormai circa 10 milioni i consumatori di cannabis in
Italia, tra questi il 25% dei giovani tra i 18 e 35 anni (uno su
quattro).
Appare
evidente come il proibizionismo stia fallendo. Come le leggi
iperpunizioniste come la Fini-Giovanardi siano un inutile accanimento
nei confronti dei consumatori, come l’unica volontà dello stato sia
quella di sorvegliare e punire: negli anni che vanno dal 1993 al 2006
più di 500000 persone, in gran parte giovanissimi, sono state segnalate
come consumatrici di sostanze stupefacenti.
Sappiamo
benissimo, ovviamente, che tra i coltivatori ve ne è una parte
importante che lo fa a scopo di lucro. Si calcola che in questo regime
proibizionistico una pianta arrivi a fruttare anche 1000 euro ed è
facilmente comprensibile che a qualcuno questa appaia come una delle
soluzioni più facili per fare soldi presto e senza far male a nessuno
(anche se vanno inclusi nel discorso mafiosi e bastardi senza scrupoli
che puntano a massimizzare la produzione gonfiando le piante di veleni
e concimi…già sentito, non vi pare?).
Comunque
non è certamente a questo genere di coltivatori che va la nostra
giornata, ma a figure come quella di Aldo Bianzino, falegname
quarantenne che viveva in Umbria e che arrestato per poche piante non
ha fatto più ritorno a casa, o ad Alberto e Giuseppe, giovani
coltivatori suicidatisi per la gogna penale e mediatica a cui sono
stati sottoposti per il possesso di pochi germogli di erba.
A loro
e a tutte le vittime di proibizionismo dedichiamo una giornata di
lotta, di condivisione, di scambio di informazioni e tecniche affinchè
i coltivatori possano affinarsi e moltiplicarsi.
Contro ogni proibizionismo.
Contro le narcomafie.
Giusto o sbagliato non può essere reato
Giusto o sbagliato…ormai ho seminato