Sono 589 i morti per droga in Italia nel 2007, 38 in piu’ dell’anno scorso. Il dato emerge dalla Prelazione annuale relazione annuale della Direzione centrale servizi antidroga, pubblicata oggi.
Dei 589 morti, il piu’ giovane aveva soltanto 16 anni mentre il piu’
vecchio ne aveva 71; gli stranieri deceduti sono invece 44. Prendendo
in considerazione le statistiche relative ai quattro anni precedenti
c’e’ stato dunque un aumento del numero dei morti rispetto al 2006, una
diminuzione rispetto sia al 2005 sia al 2004 (in entrambi gli anni sono
state 653 le vittime) e un incremento nei confronti del 2003, quando
furono 517 i morti per droga.
Dalla relazione emerge poi che le fasce di eta’ piu’ a rischio sono
quelle che vanno dai 30 ai 34 anni e dai 35 ai 39: nella prima sono
morti per droga 117 uomini e 9 donne; nella seconda 117 uomini e 7
donne. La maggior parte delle vittime le ha fatte l’eroina: 234 casi su
589; 36 sono invece morti per abuso di cocaina, uno ciascuno per oppio,
hashish, barbiturici e anfetamine. 315 sono invece i casi in cui la
sostanza non e’ stata indicata.
Analizzando i dati divisi territorialmente si scopre poi che oltre la
meta dei morti, 319, si sono registrati in sole quattro regioni:
Campania (112), Lazio (105), Lombardia (55) ed Emilia Romagna (47).
Quanto alle province, Roma (83), Napoli (68), Perugia (32) e Milano
(23) raccolgono ben 206 vittime su 589: in pratica un morto ogni tre
per droga (il 31,07 per cento) a livello nazionale si registra a Roma,
Napoli e Perugia.
SEGUESTRI – Nel 2007 in Italia sono stati sequestrati
complessivamente 31.680 kg di sostanze stupefacenti, il 4,49% in meno
rispetto all’anno precedente con un forte incremento, pero’, dei
sequestri di droghe sintetiche (+193,67%) e di eroina (+42,96%).
Lieve aumento anche per i sequestri di hashish (+0,42%), mentre in calo
risultano i sequestri di cocaina (-15,32%) e di marijuana (-8,77%),
"forse determinati – spiegano gli analisti – dai numerosi e
significativi risultati positivi registrati negli ultimi anni dalle
forze di polizia che potrebbero avere indotto i narcotrafficanti a un
momentaneo rallentamento dei flussi".
"I sequestri di droghe sintetiche – avverte la relazione – non indicano
probabilmente l’effettiva consistenza delle importazioni e dello
smercio di queste sostanze trattandosi di un traffico alquanto
frammentato, spesso gestito da soggetti estranei alla cerchia
macrocriminale, che mutano frequentemente e che rendono pertanto piu’
difficile l’individuazione dei traffici".
Sempre piu’ in evoluzione il mercato delle droghe meno diffuse: in
particolare si segnalano i sequestri di 1.030.000 compresse di
diazepam, di 1.478 kg di khat, di 37.020 dosi di amfepramone propione,
nonche’ di 4,81 kg, 45 litri e 3.621 dosi di metadone e di 2,24 kg di
psilocibina.
I narcotrafficanti operanti in Italia "si sono riforniti per lo piu’
presso il mercato colombiano per la cocaina, transitata principalmente
per l’Ecuador, l’Olanda, la Spagna e l’Argentina; quello afgano per
l’eroina, transitata soprattutto per la Turchia e l’Albania; quello
marocchino per l’hashish, transitato in particolare per la Spagna e
l’Olanda; quello olandese per le droghe sintetiche". Anche la marijuana
e’ in gran parte giunta in Italia transitando per l’Olanda.
Una curiosita’: sempre nel 2007, non e’ stato scoperto nel nostro paese
alcun laboratorio clandestino in uso ai narcotrafficanti, a conferma
della "predilezione all’import della droga gia’ raffinata da parte dei
gruppi criminali nazionali".
SEGNALAZIONI E ARRESTI – Nel corso del 2007 le persone
segnalate all’autorita’ giudiziaria per violazioni della normativa
sulla droga sono state complessivamente 35.238, in crescita del 6,68/%
rispetto all’anno precedente. Il dato viene citato nella Relazione
annuale: se disarticolato e’ la somma di 27.490 arresti, 7.305
denunciati in stato di liberta’ e 443 irreperibili.
Il primato per numero di segnalati alla magistratura spetta alla
Lombardia (5.952), seguita dal Lazio (3.877) e Campania (3.793).
OPPIO AFGANO – Il 93% dell’eroina mondiale viene oggi prodotto in Afghanistan e tale produzione eccede, di circa il 30%, la domanda globale.
"E’, quindi, ragionevole attendersi in Europa, nell’arco dei prossimi
due anni, una nuova ondata di eroina caratterizzata da un verosimile
abbassamento dei prezzi e da un superiore grado di purezza, fattori che
potrebbero causare un nuovo aumento del numero delle tossicodipendenze
ed una possibile crescita dei decessi per overdose".
La produzione di eroina in Afghanistan rappresenta una sostanziale
novita’. In passato, infatti, l’oppio afgano veniva esportato nella sua
forma grezza e le successive fasi di lavorazione e trasformazione,
prima in morfina e poi in eroina, avvenivano nel tragitto verso i
mercati di consumo, ed in particolare in Pakistan e Turchia. Oggi, al
contrario, si stima che circa il 70% dell’oppio afgano subisca i
procedimenti di raffinazione all’interno dell’Afghanistan stesso per
poi essere indirizzato verso i mercati di destinazione, in particolare
russo, europeo, cinese ed americano, alimentando anche quelli delle
aree di transito, sempre piu’ afflitte dal fenomeno delle
tossicodipendenze e delle infezioni dal virus dell’HIV.
Secondo alcune stime ufficiali, nella coltivazione del papavero e nella
produzione di oppio sono coinvolti 2,9 milioni di persone in
Afghanistan, vale a dire il 13 per cento della popolazione.