Da L’Espresso, di Fabrizio Gatti – 11 gennaio 2008
Giovanissimi. La fumano. La trovano
facilmente perché costa pochissimo. Negli ultimi mesi aumentano i casi
affidati alle cure dei Sert. Così una generazione rischia di venire
bruciata.
Abbattuti tutti i muri della droga e della noia, ai teenager restava l’ultimo tabù:
l’eroina. Dimenticate i tossicomani con il maglione arrotolato, il
laccio emostatico e la siringa nel braccio. La tragedia dei minorenni
italiani è ancora invisibile. Si chiama brown-sugar: eroina da sniffare o da inalare sulla carta stagnola.
La scaldano sulla fiamma di un accendino, nascosti in casa, in
discoteca o nei bagni della scuola. Basta poco. Niente ago, niente
paura dell’Aids, niente buchi sulla pelle. Il passaparola del sabato
sera dice che non è pericoloso, che non c’è rischio di overdose, né di
dipendenza. Ma l’eroina è la bestia di sempre. Un viaggio da cui è faticoso tornare. E i risultati di questo boom di consumi, esplosi negli ultimi sei mesi, sono spaventosi.
A Verona il Sert, il servizio per le tossicodipendenze, da pochi giorni ha in cura una ragazzina di 12 anni
e mezzo. A Padova da qualche settimana si stanno occupando di due
adolescenti di 16 anni. E di quattro ragazzine che fumavano eroina
tutti i giorni: una di 14 anni, una di 15 e due di 17. Al Sert di
Teramo durante il 2007 si sono presentati quindici minorenni, alcuni di
13 e 14 anni. Tutti con gli stessi sintomi di dipendenza da eroina.
Stesse storie in Piemonte, in Toscana, in Liguria, a Napoli.
A Faenza, in provincia di Ravenna, la più giovane eroinomane ha
cominciato la terapia disintossicante che non aveva ancora 15 anni. Ha
raccontato di essere stata iniziata alla droga da un’amica di scuola,
che già fumava eroina. Sempre a Faenza, la preside di un’altra scuola
superiore ha segnalato il probabile consumo di eroina nel suo istituto.
E il pericolo non è solo per chi si droga. A Ravenna una bottiglia di
plastica trasformata in ampolla per fumare è stata trovata sull’auto di
un ragazzo di 19 anni, coinvolto in uno scontro frontale che ha ucciso
madre e figlio.