Italia. Udc organizza test antidroga volontario per parlamentari. Blitz Verdi-Radicali: ipocriti

 
 
 
01-08-2007, ore 12:54:48
 
 
 "E basta, con sto Mele…". Lorenzo Cesa
è in fila per il test antidroga in piazza Montecitorio e sta spiegando
ai cronisti che l'Udc proseguirà la battaglia dei valori nonostante la
vicenda del deputato Mele e della sua notte brava, quando un suo
collega di partito lo invita stizzito a non parlarne più, a guardare
avanti. E in effetti sono in molti i parlamentari dell'Udc in fila per
sottoporsi al test e a rivendicare la guida della battaglia contro gli
stupefacenti.
Accanto a loro molti deputati azzurri, tanti leghisti, pochi quelli di An, nessuno o quasi del centrosinistra.
Il test è triplice: della saliva, dell'urina o del sangue. Ci vogliono
5 minuti per farlo, molto di più occorre invece attendere in fila.
Tanti i parlamentari presenti, fin dalle 9:30 di stamattina. Fra i
dirigenti Udc Casini, Cesa, Buttiglione, Tassone, Volontè, D'Onofrio,
Dionisi, Libè, D'Alia, Pionati, Vietti, Drago, Ciocchetti. Fra i
parlamentari di FI Osvaldo Napoli e Guido Crosetto, i leghisti Roberto
Cota, Andrea Gibelli, Davide Caparini, Adolfo Urso e Riccardo Pedrizzi
di An.
Cesa attacca chi ha portato avanti "una strumentalizzazione
indecente" sulle contestate dichiarazioni sul ricongiungimento
familiare e sottolinea l'importanza di una iniziativa che serve a "a
dire che la droga uccide". D'accordo Cota, per il quale "è giusto che
ogni parlamentare dimostri di non far uso di droghe, anche se la vera
soluzione è una selezione della classe dirigente a monte".
I
parlamentari prendono un numero, come al supermercato, alle 11:30 ne
hanno già staccati oltre sessanta. Il deputato di An Pedrizzi, il primo
del suo partito ad arrivare, annuncia che proporrà al 'Secolo d'Italia'
"nel rispetto della privacy di pubblicare i nomi dei parlamentari che
si sono sottoposti al test". Quanto alle assenze di molti dei
parlamentari di via della Scrofa, getta acqua sul fuoco Urso: "E' un
fatto personale e tale deve restare, nel rispetto assoluto di chi
sceglie di fare o meno il test".
Molti, fra gli esponenti dell'Udc,
spiegano che avrebbero preferito un test tricologico, come proposto
senza successo dai centristi in Parlamento. Quel tipo di test, a
differenza di quello a cui si sono sottoposti stamane i parlamentari,
rileva presenza di sostanze stupefacenti anche a distanza di mesi.

BLITZ VERDI-RNP A TEST UDC: PERE E CONDOM ANTI-IPOCRISIA –
Un
po' di pere, "perche' e' meglio mangiarsele che farsele". Una manciata
di profilattici, "perche' una campagna di prevenzione in Parlamento
farebbe solo bene". E qualche mela, ma lasciata all'ultimo minuto nel
sacchetto, "perche' avrebbero rappresentato le tentazioni, ma non
volevamo doppi sensi con il nome del deputato Mele dell'Udc, non saremo
noi a fare moralismi". Si sono presentati cosi' 'armati' i verdi Paolo Cento, Grazia Francescato, Paola Balducci, Luana Zanella e la radicale Donatella Poretti allo stand organizzato dall'Udc in piazza Montecitorio per sottoporre i parlamentari al test antidroga.
"Volevamo sottolineare- ha detto il sottosegretario all'Economia Cento-
l'ipocrisia di questa campagna. Ci sono troppi politici che fanno i
proibizionisti e poi di notte…
Insomma, volevamo portare agli antiproibizionisti un po' di anti-ipocrisia".
"Ipocrita" sarebbe, secondo il gruppo di deputati di Verdi e Rosa nel
pugno, il test antidroga organizzato oggi dall'Udc "perche'- spiega
ancora Cento- farlo il mercoledi' con giorni di preavviso significa
fare solo un gesto simbolico. Facciamolo un sabato sera,
all'improvviso. Cosi' vediamo".

"Ritengo necessario che i parlamentari si sottopongano a questa prova e ne rendano pubblici i risultati".
Lo afferma Giorgio Bornacin
(An), dopo essersi sottoposto stamattina, volontariamente, ai test
antidroga organizzati dall'Udc davanti alla Camera dei deputati per
sollecitare l'obbligatorieta' di tali test per tutti gli eletti in
Parlamento. "Non possiamo chiedere ai giovani di non drogarsi- spiega
il senatore-, non possiamo chiedere ad alcune categorie come medici,
autisti di mezzi pubblici, ed altri di sottoporsi a test periodici, se
non diamo l'esempio". La lotta alla droga, conclude Bornacin, "e' una
priorita', perche' drogarsi e' un reato contro se stessi e contro la
societa': gravissimi sono i danni che gli stupefacenti procurano sia
alla persona sia alla collettivita' tutta".

"La questione
droga e' una emergenza che investe la nostra societa'. E' riduttivo
circoscrivere la gravita' del fenomeno a estemporanee richieste di test
per i politici". E' la posizione personale di Roberto Di Mauro,
presidente del gruppo parlamentare del Movimento per l'Autonomia
all'Assemblea regionale siciliana, in merito al dibattito sulla
proposta di test antidroga per i deputati regionali.
"Non ho mai
fatto ne' faccio uso di sostanze stupefacenti -aggiunge Di Mauro-,
potrei, pertanto, senza alcun problema, sottopormi al test. Il dramma
della droga va combattuto con le armi della prevenzione verso i giovani
e della repressione verso le organizzazioni criminali che vendono morte
-conclude l'esponente del Mpa-. Non certo con un semplice test,
evitiamo di far scadere la morale in falso moralismo".

Angelo Compagnon,
dell'Udc, annuncia che domani si sottoporra' al test antidroga
organizzato dal suo partito. Per Compagnon, 'un parlamentare, per
assolvere al proprio dovere, non ha bisogno di ulteriori incentivi', e
deve 'rispondere solo agli elettori, oltre che con il lavoro, anche con
la massima coerenza sugli impegni presi e sui temi cardine della
battaglia politica'.
Ora, per l'esponente dell'Udc, 'gli ultimi
episodi confermano la necessita' impellente che nell'urna i cittadini
possano scegliere direttamente, oltre alla forza politica, anche il
proprio parlamentare', e 'la strada per contrastare l'antipolitica
passa inequivocabilmente dal ripristino delle preferenze elettorali,
che oggi soltanto l'Udc ha portato avanti'.
Quanto al test
antidroga, 'e' fondamentale che un parlamentare lo faccia, proprio per
rinnovare il rapporto di fiducia con chi lo ha eletto. Io, domani
mattina, lo faro'; con me, dovrebbero farlo tutti coloro i quali
ricoprono incarichi di responsabilita' nella societa', e non solo a
livello pubblico'.

"Capisco i gesti simbolici, ma questo mi sembra troppo simbolico…". Cosi' il capogruppo di An alla Camera, Ignazio La Russa,
commenta l'iniziativa di domani dell'Udc, che sottoporra' al test
antidroga i parlamentari che lo vorranno, presso un banchetto di fronte
a Montecitorio. "Il test ha un valore retroattivo di sole 48 ore.
Comunque – prosegue La Russa – ho detto ai parlamentari di An di
partecipare. Se la proposta di legge avesse continuato il suo iter –
aggiunge – avrei presentato un emendamento per fare il test
tricologico, che ha valenza sei mesi. Il test di domani invece –
conclude – non ha valore, e' come se non ci fosse, ci puo' andare anche
un tossicodipendente…".

Francesco Caruso e Maurizio Acerbo, del Prc, sostengono che 'l'Udc e' immorale' e che il test antidroga organizzato dal partito sarebbe 'pura ipocrisia'.
Partendo dal caso di Cosimo Mele, Acerbo e Caruso sostengono che il
parlamentare sarebbe stato candidato 'nonostante le sue inchieste per
tangenti', per cui 'ci pare molto piu' grave delle sue avventurine,
l'assoluta spregiudicatezza dell'Udc – sempre per i due – nell'ospitare
nelle sue liste personaggi coinvolti in reati di corruzione e persino
in inchieste di mafia, come il presidente della regione Sicilia,
Cuffaro'.
Dopo aver accusato l'Udc di 'doppia morale', Caruso ed
Acerbo suggeriscono ironicamente 'a tutti deputati dell'Udc di evitare
per stasera la partecipazione a qualsivoglia festino a base di sesso e
coca, poiche' per domani e' previsto il test-antidroga organizzato dal
loro partito, nella speranza ormai vana di ridarsi un minimo di
credibilita''.
Dopo aver affermato che il test 'rileva l'eventuale
assunzione di droghe solo nelle ultime 48 ore', Acerbo e Caruso
aggiungono che 'al termine di questa pagliacciata, i deputati risultati
negativi al test, potranno tranquillamente tornare a fare le loro
avventurine, per alleviare la loro lontananza della famiglia'.

'I test anti droga a cui si sottoporranno i parlamentari dell'Udc e,
speriamo, molti altri parlamentari di altri gruppi, non e' un gesto
simbolico come erroneamente vorrebbe far credere l'On. La Russa ma sono
gli stessi a cui vengono sottoposti gli atleti': e' quanto puntualizza Maurizio Ronconi dell'Udc.
'Certo – aggiunge – ci sono anche altri accertamenti come quello
tricologico ma e' sempre preferibile assumere comunque una iniziativa
di screening con modalita' scientificamente riconosciute, che limitarsi
ad una sterile ed inutile critica.
Domani attendiamo, se lo vorra',
anche l'On. La Russa e poi quando il suo gruppo organizzera' altro tipo
di accertamenti ricambieremo cortesemente la visita'.

"Avvertire dieci giorni prima di un test antidroga equivale a rendere
nulla la verita' su chi si droga veramente tra i parlamentari". Cosi' Stefano Pedica,
capo della segreteria politica dell'Italia dei valori, interviene sul
gesto dei parlamentari Udc che oggi si sottopongono a un test anti
droga.
"Il vero test- aggiunge Pedica- e' quello che e' stato
eseguito a sorpresa dalle Iene che, in questo modo, ha reso quello
organizzato oggi dall'Udc una farsa". Per l'esponente dell'Italia dei
valori, "vedere tanti parlamentari che si sottopongono a un test
antidroga 'organizzato' da una parte fa sorridere, dall'altra non fa
che irritare tantissima gente".
Conclude Pedica: "Per senso di
responsabilita', noi dell'Italia dei Valori, non innalzeremo alcun
cartello con la scritta 'senza vergogna' perche' la vergogna vera e'
stata quella di non aver annullato questa manifestazione dopo i fatti
di sesso, donne e droga occorsi a un loro parlamentare".

"Non
provo nessun imbarazzo ad essere qui in fila per il test anti-droga.
Qualcuno dirà 'da che pulpito viene la predica…'. Ma io dico che non
si può sputtanare un partito che si batte per dei valori solo per
l'errore di un singolo. Mele non era il massimo dirigente del partito
né l'emblema morale dell'Udc". Così il presidente dei centristi, Rocco Buttiglione,
spiega le ragioni della sua presenza in piazza Montecitorio per
sottoporsi al test anti-droga e torna sulla vicenda del deputato ex Udc
Cosimo Mele.
"Identificare il partito con l'errore di un singolo è
infame, qual è il partito italiano che non ha avuto nelle sue fila un
drogato, un corrotto, un mafioso o un camorrista? La priorità è però la
selezione della classe dirigente", conclude Buttiglione.

'Faro' volentieri il test antidroga, ma in una clinica medica, non in
mezzo alla strada. Il test proposto dall'Udc e' una buffonata. Non
accetto lezioni di morale da chi, visti i fatti degli ultimi giorni, fa
politica in maniera ipocrita'. Lo afferma Gianluca Pini, della Lega Nord.

'Droga e intercettazioni: sono vicende che raccontano del degrado della
politica. Si predica bene e si razzola male in alcuni casi, si vogliono
privilegi da casta in altri': lo afferma Marco Rizzo, coordinatore del Pdci.

"Non credo sia un'iniziativa apprezzabile quella del test antidroga per
i parlamentari. Personalmente mi rifiuto solo al pensiero di dovermi
assoggettare ad una cosa del genere cosi' da incutere sospetti. E' una
cosa sbagliata". Cosi' il senatore della Lega Michelino Davico
commenta l'iniziativa dell'Udc sul test antidroga per i parlamentari.
"Sono stato eletto dal popolo- rileva Davico- per sostenere il
territorio e i problemi della mia gente e lavorare al meglio per il
bene del paese. Sinceramente trovo sconveniente questa iniziativa e il
solo pensiero di un minimo sospetto. Non ci vado, ci andasse qualcun
altro".

"Anche l'on. Cosimo Mele oggi sarebbe negativo al test per la cocaina." A sostenerlo e' Silvio Viale,
medico, membro del Comitato nazionale di Radicali Italiani. "E'
curioso, e aggiungerei un po’ sospetto, che questa messsinscena sia di
mercoledi', a riguardevole distanza dalle serate del week-end in cui si
concentra il consumo di cocaina. Non metto in dubbio la buonafede
dell'UDC –non l'avrei messa in dubbio nemmeno prima del caso Mele– ma
oggi anche Cosimo Mele sarebbe negativo, qualora gli fosse sfuggita una
sniffata venerdi' sera. Gli esperti dell'UDC dovrebbero sapere che i
test per la cocaina si negativizzano in pochi giorni, soprattutto per
sniffate occasionali, non esagerate. Forse sarebbe stato meglio
organizzare i test in prossimita' del week-end, magari a sorpresa, come
per i ciclisti.
Il punto non e' solo l'ipocrisia, quanto il fatto
che i test di massa sono controproducenti, dannosi e servono poco ad
affrontare la questione droga. Giocare demagogicamente sulla paura e'
il peggiore servizio che i parlamentari possono fare per le famiglie.
Resta poi il dubbio su Mele, se i carabinieri gli abbiano proposto il
test nelle ore successive, se l’abbia fatto o se l'abbia rifiutato,
preoccupato forse per un eccessivo scambio di saliva con le occasionali
compagne…
In ogni caso, Cesa e Casini non possono ignorare che,
senza l'avventuretta finita male, oggi Mele sarebbe li' con loro e che
la stessa circostanza potrebbe verificarsi in ogni contesto sociale,
anche nella piu' integerrrima e virtuosa sezione di partito".

"Senza offesa, ma l'increscioso caso Mele sembra aver mandato l'intera
Udc un po' fuori di testa. Prima le assurde proposte di Cesa sui
'ricongiungimenti familiari' per i parlamentari, oggi la ridicola messa
in scena dei test antidroga di fronte a Montecitorio. Il tutto ha un
sapore decisamente grottesco".
Lo dice il capogruppo del Prc al Senato Giovanni Russo Spena.
"L'argomento -continua Russo Spena- meriterebbe di essere trattato con
ben maggiore serieta'. La vicenda che ha coinvolto il deputato dell'Udc
e' solo l'ennesima dimostrazione di quanto inutile e controproducente
sia il proibizionismo. L'Udc avrebbe potuto cogliere l'occasione per
avviare una vera riflessione. Invece, per sottrarsi a un comprensibile
imbarazzo, ha preferito cavalcare i peggiori istinti proibizionisti e
allestire la desolante sceneggiata di Montecitorio".

"La
sterile propaganda certamente non aiuta a risolvere un problema come
l'uso degli stupefacenti che merita serietà ed attenzione da parte
delle istituzioni". Lo dichiara in una nota Renzo Lusetti della Margherita.
"Se si decidesse di estendere il test antidroga, più che ai
parlamentari – prosegue – andrebbe fatto a tutte quelle categorie che
con il loro lavoro hanno la responsabilità della vita delle persone.
Penso ai medici per esempio, o ai piloti di aereo, o ai conducenti di
mezzi pubblici: è di qualche mese fa l'incidente stradale in cui si
sospettava che l'autista di un autobus avesse fatto uso di
stupefacenti".
"Il problema della droga – conclude Lusetti – è
serio e dobbiamo affrontarlo con altrettanta serietà, non con teatrini
propagandastici. E soprattutto su questa materia non accettiamo lezioni
da chi, come Forza Italia, è stata coinvolta in una vicenda di droga in
uno dei ministeri più importanti del Governo.
Un pagina nerissima che gli italiani ricordano molto bene".

"Ho fatto il test antidroga allo stand organizzato dall'Udc. Sono stato
fra i primi ed in verita' non e' la prima volta". Lo afferma il
parlamentare del Nuovo Psi, Lucio Barani, che si e' recato presso la struttura allestita a piazza Montecitorio e gia' si era sottoposto al test delle 'Iene'.
"Personalmente sono favorevole- ha aggiunto- anche ad analisi piu'
dettagliate come quelle sul 'capello' che consentono una maggiore
veridicita'. Credo che ogni parlamentare debba farlo, a garanzia dei
cittadini italiani, prima di entrare a Montecitorio". Sarebbe
opportuno, conclude Barani, "farlo fare anche agli esponenti del
governo, alcuni provvedimenti di questo esecutivo sembrano essere fatti
sotto l'uso di sostanze stupefacenti".

"Come ho scritto in
una lettera a Lorenzo Cesa, sono contraria a test antidroga, sia
volontari che obbligatori, soprattutto a quelli nelle scuole. Perciò
non faccio nessun test. Niente droga, niente alcol e nessun abusi di
farmaci. Sono favorevole ai test solo in caso di guida di veicoli.
Inoltre sono da sempre antiproibizionista.
L'antiproibizionismo ci
sarebbe utile anche per estirpare il terrorismo che vive sulla droga e
sui cui proventi anche l'occidente si arricchisce. L'Afghanistan ci
dovrebbe insegnare qualcosa". È quanto afferma Franca Bimbi, esponente dell'Ulivo e presidente della commissione Politiche dell'Unione europea.

Il caso Mele 'riporta l'attenzione sui criteri seguiti da Casini e Cesa
nella composizione delle liste dell'Udc per le elezioni politiche': lo
afferma l'ex segretario regionale della Campania dell'Udc Arturo Iannaccone.
'Entrambi, infatti, hanno chiesto ed ottenuto la delega per la scelta
dei candidati prima al Consiglio Nazionale e poi alla Direzione
Nazionale, entrambi sono stati capolista in tutta Italia ed entrambi si
sono dimessi, dando poi indicazioni all'onorevole Mazzoni di farlo in
Puglia per consentire all'onorevole Mele di entrare in Parlamento',
aggiunge Iannaccone.
'Invece di chiedere scusa agli italiani per lo
scempio che e' stato compiuto nella fase di individuazione delle
candidature privilegiando il tasso di amicizia e di fedelta' e non
tenendo conto delle indicazioni territoriali, Casini e Cesa si
affrettano a preannunciare la sceneggiata del test anti-droga, cui si
dovrebbero sottoporre loro stessi e tutti i parlamentari dell'Udc. Ma
e' evidente che ne' Casini ne' Cesa, ne' l'Udc possono chiamarsi fuori
politicamente e moralmente da questa vicenda, almeno fino a quando non
saranno chiariti e resi pubblici, fino in fondo, dai diretti
protagonisti i criteri reali seguiti nella composizione delle liste
dell'Udc alle ultime elezioni politiche', conclude l'ex segretario
regionale.

'La questione e' che le famiglie italiane non
gradiscono che i propri figli si droghino. L'Udc si sta battendo contro
la droga e l'iniziativa di oggi fa parte di una lunga strategia portata
avanti dal partito. Si tratta di affermare il principio che drogarsi da
male, contro il progressivo lassismo che tende a giustificare lo
spinello o la pasticca. L'Udc vuole affermare questa cultura, sappiamo
bene che il test non e' la soluzione definitiva, non vogliamo vendere
l'illusione che basti questo, ma si inserisce in una strategia piu'
complessa'. Cosi' Francesco D'Onofrio, arrivando al presidio
sanitario allestito davanti a Montecitorio per il test antridroga ai
parlamentari, spiega il senso dell'iniziativa dell'Udc.
Quanto alle
polemiche con Alleanza nazionale che vuole il test tricologico, il
presidente dei senatori centristi spiega che 'non e' una questione di
capello o di saliva. Nella lotta contro la droga non c'e' competizione,
ma una battaglia politica comune'.

Un test-propaganda da 'proibizionisti all'amatriciana': Rita Bernardini,
segretaria di Radicali Italiani, commenta cosi' l'iniziativa dell'Udc
che stamani, in un laboratorio allestito in piazza Montecitorio, ha
effettuato una serie di test ai parlamentari per verificare il consumo
di droghe.
'Se non fossimo in Italia – sostiene – non ci sarebbe
bisogno di ricordare ai parlamentari dell'Udc, che questa mattina si
sono precipitati in piazza a fare propaganda demagogica con uno pseudo
test antidroga, che per verificare se effettivamente si e' fatto uso di
sostanze psicotrope negli ultimi 12/24 mesi occorre fare un esame
tricologico. Il test-propaganda cui si sono sottoposti i deputati dello
stesso gruppo dell'onorevole Mele, coinvolto alcuni giorni fa in una
vicenda di prostitute e cocaina, possono soltanto verificare se si e'
fatto uso di Cannabis negli ultimi 30/90 giorni e di droghe pesanti
nelle ultime 24/48 ore'.
'Perche', mi chiedo, non vengono fatti
anche gli esami sull'uso e abuso di alcool? E' forse meno dannoso per
se' e per gli altri della marijuana? La verita' e' che i deputati Udc
confermano, con test-propaganda sulla droga, che le leggi
proibizioniste come la Iervolino Vassalli o come quella del
centro-destra, votata demagogicamente poche settimane prima del voto
delle scorse elezioni politiche, falliscono miseramente'.
'Infatti,
come tutti sanno, tutti i tipi di droghe sono facilmente reperibili 24
ore su 24; insomma, il trionfo del fallimento della legge di cui
nessuno parla! Occorre, invece, sperimentare con saggezza la
regolamentazione del consumo delle droghe per colpire subito il mercato
mafioso che e' alimentato proprio dal proibizionismo, destinando almeno
una parte delle ingentissime risorse oggi impiegate – conclude – ad un'
inconcludente e costosissima repressione, all'informazione e alla
prevenzione'.

"Non ho fatto il test proposto dall'Udc perche'
la questione della droga e' molto seria e va discussa e approfondita in
modo serio e non ideologico, sulle cose serie non si scherza". Cosi',
ai microfoni di Radio Radicale, Benedetto Della Vedova,
deputato di Forza Italia, interviene sul test anti droga al quale si
sono sottoposti i parlamentari dell'Udc di fronte a Montecitorio.
"Io ritengo che questo gioco del test suoni per altro da parte
dell'Udc- aggiunge Della Vedova- come una sorta di excusatio non
petita, un specie di gioco". Occorrono invece, prosegue il forzista,
"un impegno e un confronto seri non solo a livello italiano della
distribuzione ma anche a quello sopranazionale della produzione". Poi,
sottolinea, "possiamo anche discutere se continuare a seguire l'opzione
proibizionista che caratterizza la strategia di contrasto alla droga da
trent'anni con risultati nulli, oppure se scegliere un'opzione
improntata ad un pragmatico antiproibizionismo non ideologico". E
conclude: "Ma questo grande gioco, messo in campo oggi dall'Udc, non fa
fare passi in avanti".

"L'immagine di parlamentari in fila
sotto il sole in attesa di sottoporsi al test antidroga è davvero
indecorosa per la classe politica italiana": lo sostiene il capogruppo
dei Popolari-Udeur al Senato, Tommaso Barbato.
"Chi ha
qualcosa da nascondere lasci la politica; chi è a posto, a maggior
ragione, pensi a lavorare dignitosamente e seriamente per il bene del
Paese", aggiunge Barbato in un comunicato.

'Mi sono
volontariamente sottoposto all'ennesimo atto di delegittimazione dei
parlamentari con l'inutile test di assunzione di droghe'. Lo afferma Basilio Germana'
di Forza Italia, secondo il quale il test dell'Udc e' 'mortificante
perche' fatto su un camper in piazza; inutile perche' a differenza
dell'esame tricologico questo test fa riferimento alle ultime 48 ore;
discriminante perche' per far l'esame a 630 deputati, peraltro
impegnati nelle votazioni in Aula, sarebbero state necessarie 105 ore
consecutive'.
'Coloro i quali non si sottoporranno al test –
conclude Germana' – potrebbero essere considerati come 'disertori
dell'opinione pubblica''.

"Non esiste il diritto all'errore.
O si fa una politica normale e rispettosa della privacy cosi' come
della pluralita' degli stili di vita, oppure se si dice che il
matrimonio e' solo eterossesuale e che il sesso si fa solo per avere
figli e poi si viene beccati alle feste con droga e prostitute…
allora non ci sto". Franco Grillini ritorna sulla 'notte brava'
di Cosimo Mele e chiama in causa Chiesa e supporter del 'Family day':
"Perche' la gerarchia vaticana, che interviene sull'intero scibile
umano, e' stata zitta? C'e' uno stranissimo silenzio- attacca il
deputato Sd, interpellato dal quotidiano online 'Affaritaliani.it'- da
parte dei promotori del 'Family day'. Perche' non c'e' un'opinione di
Pezzotta, della Roccella o del presidente della Cei?".
Grillini e'
impietoso nei confronti dell'Udc, rinfaccia a Casini e al suo partito
la "doppia morale", parla di "crisi irreversibile" della loro
"credibilita' morale", accusa i centristi di aver dato vita oggi a una
"iniziativa sfortunata" che per "decenza" meglio sarebbe stato
sospendere: "E' anche offensiva nei confronti dei parlamentari
dell'Udc, perche' se fanno un test vuol dire che non si fidano. E
inoltre e' offensiva nei confronti dell'intero Parlamento, in quanto
mette in discussione l'onorabilita' delle Camere".
Ma in Parlamento
il caso Mele e' isolato? "Sicuramente- dice Grillini- non e' isolato.
Non arriverei a dire che la maggioranza dei parlamentari conduce uno
stile di vita simile… Mele e' uno ricco". In altri termini, "non solo
molti quelli che possono sputtanarsi 4 o 5 mila euro a notte" e "chi si
puo' permettere uno scherzetto simile? Quelli di centrosinistra danno i
soldi ai partiti, finanziano le organizzazioni locali e pagano in
regola i loro collaboratori. Credo che siano piu' nel centrodestra,
perche' hanno piu' soldi".

Il deputato di An Giorgio Holzmann,
firmatario del disegno di legge per istituire il controllo obbligatorio
sulla droga per i parlamentari, si e' sottoposto al test nel pomeriggio
di oggi e chiede che il test sia esteso ad altre categorie, tra cui
anche a quella dei magistrati.
'Sapere con certezza che coloro che
svolgono particolari delicate funzioni, non fanno uso di sostanze
stupefacenti – afferma in una nota – e' sicuramente auspicabile e tale
obbligo andrebbe esteso anche ad altre categorie che per la loro
funzione rivestono particolari responsabilita' amministrative o,
nell'ambito della loro attivita' potrebbero mettere a rischio
l'incolumita' pubblica'. Holzmann cita ad esempio, 'alti dirigenti
dello Stato, magistrati, medici, paramedici, controllori di volo,
piloti aerei, macchinisti ferroviari, conducenti di autobus e taxi'.

'Il testa anti droga proposto dall Udc e' ipocrita, se non si effettua
l esame tricologico non ci sono risultati attendibili, ed e' figlio di
un atteggiamento populista e demagogico'. Cosi' Chiara Moroni, deputata di Forza Italia.
'I parlamentari, personaggi pubblici, devono essere da esempio per i
cittadini ma non possono essere oggetto di regole diverse rispetto al
resto del Paese. I parlamentari rispondono delle loro azioni
direttamente all'elettorato che ha la possibilita', con l'esercizio del
voto, di giudicarne l'operato.
La discussione circa l'uso di droghe
– sottolinea Moroni – rappresenta un problema serio che va affrontato
con competenze scientifiche e senza approcci ideologici'.
'Vanno
sostenute campagne di sensibilizzazione ed informazione rivolte alle
giovani generazioni e – conclude Moroni – bisogna interrogarsi sui
risultati deludenti conseguiti con le politiche proibizioniste'.

I test effettuati dai parlamentari permettono di verificare la presenza
di droghe solo se sono state assunte al massimo pochi giorni prima. Lo
sostiene Roberta Pacifici, ricercatrice dell'Osservatorio Fumo Alcool e Droga dell'Istituto Superiore di Sanita'.
'C'e' da dire innanzitutto che questi test vanno utilizzati da
personale specializzato, per evitare che i risultati vengano falsati da
un uso improprio – sottolinea Pacifici – inoltre il loro risultato e'
piu' che altro indicativo, e va sempre confermato da analisi piu'
precise. Inoltre questo tipo di analisi andrebbe effettuato a sorpresa,
dato che i tempi di permanenza dei metaboliti nelle matrici biologiche
e' molto breve'.
Questi i valori dei tempi di permanenza delle
sostanze nelle varie matrici biologiche indicati dall'esperta: – URINE:
i metaboliti del Thc, il principio attivo di hashish e marijuana
rimangono nelle urine per quattro-cinque giorni, di piu' se chi fa il
test e' consumatore abituale o la dose assunta e' elevata (fattore che
aumenta la permanenza anche delle altre sostanze). Cocaina, eroina ed
ecstasy invece rimangono per uno o al massimo due giorni.
– SANGUE
E SALIVA: le droghe hanno un comportamento simile in sangue e saliva,
cosi' come nei campionamenti 'a striscio' come quelli utilizzati nel
servizio della trasmissione 'Le Iene' che ha scatenato le polemiche
sfociate nei test di oggi. La permanenza e' molto inferiore a quella
nelle urine, e indica generalmente che la persona e' ancora sotto
effetto della sostanza. Cocaina ed eroina hanno il picco dopo un'ora
dall'assunzione, e scompaiono dopo tre-cinque ore. L'ecstasy ha il
picco alla seconda ora, inizia a diminuire dopo quattro e scompare dopo
otto. Il Thc invece e' piu' veloce, e scompare gia' dopo un paio d'ore
perche' viene assorbito dai tessuti adiposi.
– CAPELLI: i
metaboliti delle droghe si fissano nella cheratina, la proteina di cui
sono fatti i capelli, e non ne vengono piu' espulsi a meno di
trattamenti cosmetici come la colorazione. Sono quindi sempre presenti
nei capelli, dove possono essere rilevati. Poiche' i capelli crescono
di un centimetro al mese, e' possibile facendone un'analisi frazionata
anche stabilire a quanti mesi prima risale l'assunzione.

"Il
tema della droga va affrontato seriamente. Così come quello sul
rapporto tra parlamentari ed etica politica. L'iniziativa dell'Udc
appare, sotto questi due aspetti, grossolana e demagogica". Lo
sostiene, in una nota, la deputata di Sd Alba Sasso.
Secondo Sasso "non può essere un singolo partito a fare 'controlli' o a
promuovere dubbie iniziative di 'certificazione' della moralità dei
parlamentari: senza voler entrare poi nello specifico di quanto sia
meno eticamente legittimato a farlo…
Dopo fatti incresciosi che
ne mettono in discussione la coerenza, nella più classica delle
contrapposizioni tra pubbliche virtù e vizi privati, e dopo aver
reagito chiedendo più soldi per i parlamentari per aiutarli a
'sconfiggere la solitudine', l'Udc ha evidentemente bisogno di
ricostruirsi un'immagine moralizzatrice".
"Le deputate e i deputati
di Sinistra democratica – prosegue – sono ovviamente favorevoli a tutte
quelle iniziative che facciano assumere ai parlamentari la piena
responsabilità del proprio ruolo, politico e pubblico".
"Non ci prestiamo ovviamente – conclude Sasso – ad iniziative strumentali di singoli partiti in cerca di riscatto".

'Mi e' sembrata una iniziativa di propaganda e nient'altro'. Cosi' il ministro per l'attuazione del programma, Giulio Santagata,
ha commentato, questa sera a Firenze a margine del dibattito sui costi
della politica in corso alla festa dell'Unita', il test sulla droga
compiuto stamani a Roma dai parlamentari dell'Udc dopo la vicenda Mele.
'Io credo che il problema droga – ha aggiunto il ministro – sia un
problema serio che va affrontato aiutando i ragazzi, ma non solo loro
perche' il consumo della cocaina mi sembra sia diffuso non in una sola
generazione. Va affrontato senza farne un tema di controllo sociale'. A
proposito della proposta di finanziare il ricongiungimento famigliare
per i parlamentari, il ministro ha commentato: 'mi sembra che Cesa si
sia fatto prendere da un problema che ha in casa'. 'La sua proposta –
ha aggiunto Santagata – e' assolutamente fuori da ogni logica, tra
l'altro nel clima che stiamo vivendo nei rapporti tra cittadini e
politica. Mi sembra una scivolata, nulla di piu''.

"Il
criterio con cui va giudicato un politico è quello della qualità della
sua attività politica. Così come un medico, un avvocato o un
commercialista va giudicato sulla base di ciò che fa e di come lo fa.
Se ci mettiamo sul terreno delle analisi farmacologiche rischiamo di
costruire un altro tipo di Fattoria degli animali, quella di Orwell".
Così, in un'intervista a 'Libero', il vice coordinatore di Forza Italia
Fabrizio Cicchitto, parla dei test anti-droga promossi ieri dall'Udc. Test che, dice "mi fa sorgere molti dubbi".
"Così facendo – sottolinea – si entra quasi in un meccanismo
psicologico: io faccio il test e tu no, quindi io sono così e tu no.
Eccetera, eccetera. Brutto meccanismo".

 
 
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