Edoardo Boggio Marzet
Giusto Catania
Bruxelles
Come ogni anno, l’osservatorio europeo per le droghe pubblica il
rapporto sulla situazione delle droghe in Europa per il 2008. Il nuovo
documento, presentato ieri alla commissione giustizia e affari interni
del Parlamento europeo, conferma gli orientamenti e le tendenze
osservati negli ultimi anni: il fenomeno del consumo di stupefacenti
risulta stabile ed interessa molti milioni di cittadini europei.
La
sostanza con più alta diffusione in Europa è la cannabis: circa 4
milioni di persone ne fanno uso quotidiano. Un quarto dei giovani dei
paesi Ue dichiara di avere fatto uso di cannabis. Il consumo della
cannabis in Europa, dopo una fase di espansione durante gli anni
Novanta e i primi del Duemila, sembra oggi essersi stabilizzato,
mostrando anche segni di leggera diminuzione.
Curiosamente,
l’osservatorio denuncia un nuovo fenomeno in crescita in Europa: sempre
più consumatori si dedicano alla produzione domestica della cannabis,
delineando un nuovo scenario, che potrebbe valorizzare le importanti
esperienze dei cannabis clubs (ce ne sono alcune in Spagna),
associazioni di consumatori che coltivano e utilizzano droghe leggere,
non dovendo così ricorrere al mercato criminale.
Si sta osservando,
da qualche anno a questa parte, anche una maggiore diffusione della
cocaina. Sostenuto dall’apertura di nuove rotte del narcotraffico, che
interessano l’Africa Occidentale, il prezzo della cocaina ha subito un
forte ribasso, permettendo di essere accessibile a un più vasto
pubblico.
Inoltre, si può tracciare una mappatura geografica del
consumo di stupefacenti all’interno dell’Unione europea. Se nei paesi
del sud viene privilegiato l’uso della cannabis ed è in forte
diffusione quella della cocaina, nel nord si prediligono anfetamine e
oppioidi sintetici.
L’"immobilismo" delle statistiche per quel che
riguarda la riduzione nei consumi di stupefacenti, ovvero l’obiettivo
principale di ogni politica anti-droga, mette in causa quelli che sono
state le politiche implementate dai governi europei, negli ultimi anni
sempre più orientate verso un approccio restrittivo e proibizionista,
sottolineando la mancanza di un coordinamento europeo e la condivisione
di esperienze.
Il rapporto appena pubblicato sottolinea infatti
che nonostante gli sforzi repressivi delle attuali politiche, il numero
dei reati relazionati all’uso della droga sono in aumento, mentre
quelli legati alla vendita e allo spaccio risultano stabili.
La
repressione dell’uso delle droghe non ha avuto nessuna influenza nella
diminuzione della diffusione degli stupefacenti, mostrando de facto
l’inutilità di politiche meramente repressive.
Come dimostrato dallo
stesso osservatorio 3 anni fa, il tasso di consumo della cannabis nella
popolazione olandese ha avuto significativi ribassi, rispetto agli
altri Paesi europei che adottano politiche più proibizioniste.
Il
dibattito in Parlamento ha sottolineato la mancanza di una vera e
propria politica europea in materia di droghe. Nonostante esista un
piano d’azione dell’Ue per combattere la droga, che propone riflessioni
importanti su aspetti spesso ritenuti superficialmente come secondari,
come la riduzione del danno e il recupero dei tossicodipendenti,
tuttavia non esistono valutazioni serie sull’impatto di questi
orientamenti. Nel corso degli ultimi anni, il Parlamento europeo si è
schierato per una linea molto progressista nel campo della lotta al
consumo degli stupefacenti. Dal sostegno a aiuti internazionali per la
legalizzazione del commercio di prodotti derivanti da sostanze
stupefacenti, sino alla richiesta di un maggior coinvolgimento della
società civile nel processo decisionale europeo, l’assemblea di
Strasburgo ha dato chiari segnali, sinora ignorati dai governi e dalla
Commissione dell’Ue.
La consapevolezza da parte di tutti è che la
partita più importante sarà quella che si giocherà a Vienna nel 2009,
quando le Nazioni Unite dovranno ridiscutere la decennale strategia
internazionale per la lotta alle droghe. Il timore è che ancora una
volta un’Europa divisa su un tema come controverso come quello della
droga, non sia in grado di portare alcun elemento positivo.
06/11/2008
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